Regia di Reinaldo Marcus Green vedi scheda film
Stendiamo un velo pietoso sul titolo italiano che è perlomeno di cattivo gusto, quello originale fa pensare alla tragedia shakespeariana Riccardo III. Il film non è la storia delle due sorelle tenniste, ma racconta soprattutto la figura del padre, interpretato da Will Smith, al quale quest'opera cinematografica è praticamente cucita addosso. Gli elementi sono impeccabili, e i messaggi contenuti nella narrazione sono indubbiamente sacrosanti: un'infanzia umile, la voglia di riscatto, l'impegno, la disciplina, la fiducia in se stessi, il coraggio di osare, la consapevolezza delle proprie possibilità, il desiderio di emergere in un mondo molto ostile. Ciò che il regista non ci dice sostanzialmente è: "Ne è valsa la pena?". Se ci si limita a considerare trofei vinti e i soldi guadagnati, la risposta è "assolutamente sì", ma se si analizza ciò che poteva essere e che non è stato, questa risposta non appare poi tanto scontata. Will Smith ha vinto un Oscar, ha portato a casa 40 milioni di dollari, la sua interpretazione è buona ma non sembra poi monumentale, Aunjanue Ellis, che interpreta la moglie nel film, sebbene abbia poco tempo a propria disposizione fornisce una prova più convincente. Ottima la musica, dato il periodo storico si temeva una valanga di rap e hip hop, invece nulla di tutto questo. Per quanto si possa provare idiosincrasia nei confronti di Will Smith o delle sorelle Williams, mi sembra sia arduo sostenere di essere di fronte ad un film scadente.
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