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Lockdown all'italiana

Regia di Enrico Vanzina vedi scheda film

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La recensione su Lockdown all'italiana

di gaiart
4 stelle

Senza Carlo, mancato da pochi mesi, Enrico Vanzina si lancia sulla regia che non era il suo lavoro e forse mai lo sarà. Questo film seppur analizzando una situazione drammatica come quella del Covid 19 e di tutte le tragedie che ha comportato, ha forse l'intento di generare un pò di buon umore nei momenti bui che stiamo vivendo, purtroppo però senz

Senza Carlo, mancato da pochi mesi, Enrico Vanzina si lancia sulla regia che non era il suo lavoro e forse mai lo sarà. Questo film seppur analizzando una situazione drammatica come quella del Covid 19 e di tutte le tragedie che ha comportato, ha forse l'intento di generare un pò di buon umore nei momenti bui che stiamo vivendo, purtroppo però senza riuscirci. Non uscire mai dagli stereotipi che hanno sempre contraddistinto questo tipo di cinema che, francamente ha un pò stancato, è il limite maggiore di un'opera che mette in scena dei mostri. 


Commedia si, ma molto amara, Lockdown all'italiana, analizza l'Italietta di sempre, quella bassa, piccola e vuota che assiepa in se oltre a culi e tette in mostra della smagliante Martina Stella, e l'anacronismo perenne di Ezio Greggio, ulteriori frustazioni: quelle di coppia che, tantopiù in momento di chiusura forzata di mesi dovuti all'attuale pandemia, hanno sfasciato coppie di lunga data e smantellato legami che sembravano falsamente consolidati. I due attori sembrano stanchi, forse loro stessi dei ruoli in cui da anni sono imprigionati: macchiette di se se stessi: lei borgatara femme fatale gluteata e sessualmente opportunista; lui sempre più ricamato in ruolo di marito fedifrago e perno di battute che ormai per sovraesposizione non fanno più ridere nemmeno i polli.

Peccato perchè Enrico, persona intelligente, per una volta data la drammaticità del momento avrebbe potuto soffermarsi e cambiare schema, andare a fondo in un panorama credibile, triste, sadico al tempo stesso: quello delle coppie che scoppiano se si stanno troppo vicine.  Purtoppo troppo realismo come i mostri che i 4 attori impersonano: na moglie vuota e piatta, un marito avvocato superingrifato, una zoccola di periferia e un tassista cornuto e felice, non acchiappano lo spettatore che rimane deluso e inerme di fronte a cotal bruttezza dell'umanità.

 

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