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Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto

Regia di Riccardo Milani vedi scheda film

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La recensione su Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto

di Gangs 87
6 stelle

Riccardo Milani sembra averci preso gusto a dirigere Paola Cortellesi, protagonista di ogni film da lui diretto dal 2014 in poi e, con questo secondo capitolo di Come un gatto in tangenziale, è la terza volta che si serve della coppia Albanese/Cortellesi.

 

Sono passati tre anni, la storia di Monica e Giovanni è naufragata prima di iniziare e i due si sono persi di vista fino a quando, per una serie di vicissitudini, Monica sarà costretta a chiedere aiuto a Giovanni finendo per mettere a rischio non solo il suo nuovo progetto lavorativo ma anche il suo rapporto con l’attuale compagna Camilla proprio mentre Alessio e Agnese, casualmente, si rincontrano in quel di Londra.

 

Bissare il piacevole successo della prima pellicola è, come sempre quando si dirige un sequel, impresa quasi impossibile e da questa legge non si esclude il film di Milani che ha tutta l’intenzione di riprendere da dove aveva lasciato ma non si rende conto che non possiede gli strumenti necessari.

 

La sceneggiatura, pur essendo il frutto delle stesse menti che hanno composto quella relativa alla precedente pellicola (Riccardo Milani, Paola Cortellesi, Giulia Calenda, Furio Andreotti) prende, come spesso accade per quei film che finiscono per avere un discreto successo, la via del “sociale” tentando, erroneamente, di inserire nel contesto del racconto, più situazioni possibili che possano denunciare o quantomeno illuminare quei frangenti sociali in qui le difficoltà la fanno da padrone: la violenza sulle donne, i ragazzi che si trasferiscono all’estero per lavorare, l’abusivismo sono solo alcuni dei temi trattati, seppur leggermente dal film di Milani.

 

Questo pot-pourri (passatemi il francesismo) di situazioni denunciabili, si traduce in un film che diventa serioso, spogliandosi della simpatia che aveva contraddistinto la prima pellicola, con meno situazioni ilari e con quella vena nostalgica di cui, sinceramente non avevamo bisogno.

 

Nel complesso la pellicola di Milani, il cui finale lascia intravedere la possibilità di un altro film (sperando che sia l’ultimo) resta comunque una sorta di mosca bianca nell’universo cinefilo nostrano, con questa sua comicità presenta ma mai volgare, per nulla invadente, capace di intrattenere e al contempo trasmettere almeno un qualche messaggio capace di mandare al cervello quell’impulso tale da poter generare, non solo risate, ma anche una qualche riflessione.

 

 

CLICCA QUI per leggere la mia recensione su Come un gatto in tangenziale

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