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Malcolm & Marie

Regia di Sam Levinson vedi scheda film

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La recensione su Malcolm & Marie

di AlbertoBellini
8 stelle
«Il cinema non deve per forza celare un messaggio, deve avere cuore ed energia».
È in queste parole evidentemente travisate che si fonda Malcolm & Marie, inaspettato sprazzo di luce (e umanità), film meraviglioso e stratificato nel suo “piccolo”, tanto da aver generato un marasma di considerazioni policrome, fra pieni consensi e ree stroncature (la bellezza del cinema sta anche in questo).
Malcolm & Marie è un inno alla voce; quella dei suoi due protagonisti – e dello spettatore che eventualmente si rivede in loro –, ma anche di un mondo languido dalle conseguenze del covid. Il film di Sam Levinson non è solo un ‘frutto’ della pandemia, ma qualcosa di più intimo, legato indissolubilmente a quest’ultima, evento che da ormai un anno a questa parte sta minando i contatti umani. Non casualmente il film si apre con l’incomunicabilità espressa: Marie, dal bagno, non ode i complimenti di un Malcolm su di giri. Lui è un regista esordiente, e quella che doveva essere una serata di festeggiamenti prende una piega imprevista: da un diverbio nasce un tour de force incentrato sulle rispettive vite ed esperienze, volto a rivalutare il loro stesso ruolo; un vero e proprio incontro di pugilato, ove i botta e risposta si fanno colpi mirati esclusivamente a ferire l'altro. I due ci vengono presentati sin da subito nei loro contrasti, esplicitati dalle stesse prove degli interpreti: Zendaya/Marie, di un'apparente glacialità, bisognosa di riconoscenza da parte dell’uomo che ama, e John David Washington/Malcolm, meno schietto, costantemente euforico e restio ad una piena apertura con la partner. Due caratteri contorti che non si preoccupano di farsi amare, lontani dai monoliti patinati proposti da determinata fiction, ergo più persone che personaggi; eppure, ma in verità proprio per le suddette ragioni, è arduo non provare affetto per questa coppia (vi è una chimica sensazionale), complice anche il fatto che la visione voyeuristica di Levinson ci rinchiude con loro: ingabbiati unicamente negli interni dell’abitazione che via via risulta sempre più claustrofobica, li pediniamo nelle diverse stanze, assistiamo ai litigi, ai silenzi, facciamo l'amore con i loro sguardi pregni di eloquenza.
Malcolm & Marie è una riflessione sul linguaggio, sul valore della parola, portata all’eccesso ma sopratutto mancata. Proprio dalla mancanza di una parola nient’affatto banale si genera il confronto senza vinti né vincitori, che fra urla e sussurri diviene anche un’indagine circa il cinema – e il suo legame con la vita –, l’essenza dell’artista, e il ruolo (o meglio, i ruoli) della critica, adocchiati in uno sfondo attualissimo di imperante discriminazione, nel quale si scernono gli Spike Lee dai William Wyler. Tutta una serie di questioni che riguardano al contempo l’intimo e l’universale, ma che comunque ruotano attorno ad un baricentro univoco, per il quale il film si rende manifesto: l’amor che move il sole e l’altre stelle.
Le parole sono importanti, diceva Michele Apicella, mantra esistenziale sempre e per sempre. Sicché, ‘grazie’, a Sam Levinson e al cinema.
 

Zendaya, John David Washington

Malcolm & Marie (2021): Zendaya, John David Washington

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