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Rabid - Sete di sangue

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Rabid - Sete di sangue

di giansnow89
6 stelle

Cronenberg replica se stesso, un po' in meglio.

Nella filmografia di Cronenberg, collocherei Rabid come la versione riveduta e corretta del deludente Shivers, del quale ad ogni modo ricalca perfettamente il canovaccio. Esperimento scientifico andato male, nascita imprevista di un morbo, contagio capillare e indiscriminata: per ora Cronenberg non si schioda da qua. C'è tuttavia più di un buon motivo per cui Rabid è un film un po' migliore. Intanto il punto di partenza pseudoscientifico è più realistico ed attuale che in Shivers, dove lo scienziato pazzo puntava ad un fantomatico risveglio degli istinti sessuali repressi dell'uomo attraverso l'immissione di un immondo parassita vermiforme/falliforme nel corpo umano. Qui c'è un trapianto di pelle piuttosto pioneristico, ma non inimmaginabile, che fa riferimento alla dimensione del rischio del fare scienza, ma anche alla volontà di grandezza sottesa. Inoltre il morbo è mortale. Lo contrai, azzanni altre persone, e poi muori. Stop. Niente pacchiane e interminabili processioni zombesche, e orge informi di corpi infoiati che sfociavano nel grottesco: tra l'altro Cronenberg evita di ripetere l'errore di associare tutti quanti al morbo, impedendo così contrasti e dialettiche. La vera Apocalisse nasce nel momento in cui ci sono pochi superstiti che cercano di sfuggire alla massa ammorbata che preme da ogni parte; e che in tale intento riescono, sebbene a carissimo prezzo. In ultimo, abbiamo l'atto sacrificale dell'(anti)eroina, l'untrice involontaria che ha dato inizio all'infezione. Un gesto molto forte che funge come momento di autocoscienza del proprio ruolo nel film per la ragazza, che fino a quel momento aveva migrato di qua e di là come uno spettro senza pace. Rose preferisce la morte alla colpa. Detto questo, le virtù estetiche del film rimangono risibili, il miglioramento rispetto a Shivers è sensibile ma non netto: piuttosto, lo vedrei bene come spottone pedagogico contro gli antivaccinisti, ecco. "Non volete vaccinarvi? Non volete seguire il parere di Burioni ma le direttive di due insigni scienziati quali Dibba e Di Maio? Eccovi le conseguenze". Risultato garantito.

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