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Il mistero di Sleepy Hollow

Regia di Tim Burton vedi scheda film

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La recensione su Il mistero di Sleepy Hollow

di stanley kubrick
8 stelle

LA TESTA COME PARTE INUTILE DEL CORPO

La terza collaborazione tra il regista schizzato Tim Burton e l'attore Johnny Deep è una stramba trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Washington Irving, intitolato La Leggenda Della Valle Addormentata. Già con questo titolo del romanzo si potrebbe pensare a una fiaba per bambini, tipo quelle raccontate da Walt Disney. Se pensate che con un titolo del genere il racconto sia realistico o che addirittura si tramuta in fiaba, avete completamente sbagliato.
Il Mistero Di Sleepy Hollow, così è chiamato il film tratto dal racconto. In questo caso, Burton, anche soltanto con il titolo del film, ci assicura divertimento e una storia completamente surreale, tipica del suo cinema.
Oltre a questo, il film presenta vari rimandamenti a film successivi del regista. C'è l'albero che porta i morti nel mondo reale e viceversa, come in La Sposa Cadavere. C'è la carrozza trainata da cavalli e il guidatore con la testa mozzata, come ancora in La Sposa Cadavere. C'è l'atmosfera cupa e monotona miscelata a un nero che sa di fumo afflitto dal dolore della sua manifestazione, con dominanza assoluta, come in Sweeney Todd. Ma ci sono altri rimandamenti ad altre pellicole, ma mi fermo qui altrimenti si fà salotto.

In questo film si parla di teste. Ci sono quelle tagliate involontariamente, quelle volontariamente dal cavaliere e quelle rubate come nel caso del cattivo di turno. In questo caso, questo cavaliere uccide persone scelte attraverso tramandazioni di generazioni, legate in qualche modo alla sua testa, derubata quando era già morto.
Anche se il nero cupo di Burton non rende più sfumate le teste dei personaggi, si nota subito che non sono parti fondamentali per il corpo. Almeno non per i personaggi uccisi dal cavaliere.
Questo cavaliere reputa la sua testa come fonte continua di uccisioni in battaglia e quindi indispensabile per la sua vita nell'oltretomba, nonostante nelle battaglie abbia tagliato davvero tante teste. Oltretutto, al suo interno stanno dei denti affilati che lo fanno somigliare in qualche modo a Dracula.
Le teste per i protagonisti, anche se siamo a fine del '700, sono indispensabili soltanto per la vita terrena. Non hanno quello spirito vendicativo che ha il cavaliere. Il loro paesino è piccolo e insignificante per il resto del mondo. Assomiglia in qualche modo alle vecchie cittadine che si vedono nei film western. Gli abitanti del villaggio, anche se la loro testa verrà rubata quando sono nell'oltretomba, se ne fregano altamente se gliela rubano o no. Infatti non hanno combattuto tante battaglie. Non hanno ucciso tante persone tagliandoli la testa (altro rimandamento, questa volta a Alice In Wonderland, "Tagliatele la testa!!!). Quindi non si preoccupano più di tanto.
Noi spettatori veniamo pervasi dallo spirito vendicativo del cavaliere, punto di forza del film e vera bussola del tutto. Veniamo strattonati quando crediamo che sia soltanto un sogno. O che lui si muova con movimenti da fantasmino spiritello con al suo cospetto una zucca di Halloween (altro rimandamento, stavolta a Nightmare Before Christmas).
Ma alla fine, non ce ne importa niente. Anzi, vogliamo assolutamente che ci tagli la testa e ci faccia finalmente capire cosa c'è dentro quella maledetta testa di questo maledetto regista, che ci sorprende ad ogni film, o quasi.

Naturalmente, questo investigatore all'inizio, come ogni degna "fiaba", non crede alla versione dei fatti. Nella sua testa c'è confusione, provocata dalla mentalità realistica e non fantastica che pervade il suo Io.
Un bambino e la donna dei sogni lo aiutano nella sua investigazione. E in questo momento, si scopre che cosa Burton abbia davvero intenzione di fare con questa pellicola. Lo vuole trasformare in un western del villaggio nero, un noir paralizzato dalla forma di esistenza realistica che continua a tormentare la mentalità del protagonista. E quella strega pazzerella che si incontra nella casa buia, è soltanto un enorme richiamo alla finalmente trovata fantasia del protagonista.
E il regista ci fà capire ancora di più che il suo film è un western vero e proprio, quando il protagonista scappa dal villaggio, con i due investigatori provetti al suo cospetto ed entra finalmente nella Flett Street del futuro.

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