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Un poliziotto scomodo

Regia di Stelvio Massi vedi scheda film

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La recensione su Un poliziotto scomodo

di mm40
2 stelle

Frenetica era l'attività di Maurizio Merli in quegli anni, letteralmente tempestato di richieste: era il periodo di massima proliferazione del genere poliziesco in Italia e, chissà perchè, produttori e registi si erano intestarditi nel puntare sul legnoso ed inespressivo Merli nei panni - pur cambiando di volta in volta il cognome - dell'intrepido commissario che oltrepassa i limiti della legge come respira, pur di ottenere la finale Giustizia. Il pubblico lo accolse come eroe per una breve stagione, in totale qualche anno di gloria, che vide sfornare in serie una quantità non indifferente di pellicole dozzinali e dalla trama preparata con lo stampino: poliziotto (quasi sempre commissario) dai metodi spicci che viene esonerato o dirottato in altra sede, subisce torto personale e si vendica sui delinquenti per vie extra-legali. Questo Poliziotto scomodo, ovviamente, non esce dal clichè; a testimoniare la scarsissima fantasia che regolava questo tipo di produzioni, poi, si noti come nel solo biennio1977/78 uscivano, firmati dal solo Stelvio Massi e con Merli protagonista, il Poliziotto scomodo, il Poliziotto sprint ed il Poliziotto senza paura, ma anche il Commissario di ferro: un superlavoro estenuante. Ma anche un'efficace dimostrazione di come il cinema si trasformi in industria, abbandonando la sua 'missione' artistica, non appena il botteghino conceda buoni responsi. Qui la sceneggiatura è affidata ad una coppia di scrittori di serie B, Gino Capone e Teodoro Agrimi, che lasciano già presagire la modesta fattura del lavoro; ciò che gli standard impongono viene comunque rispettato: sparatorie ed inseguimenti, cattivoni senza cuore e buoni senza pietà verso i delinquenti, la legge inefficace e la polizia impotente, la città assediata dall'invisibile malavita e la cronaca nera che invade i quotidiani. Queste considerazioni aiutano a capire meglio i limiti di un film comunque non particolarmente brutto o realizzato male (ma frettolosamente di sicuro) come questo. Musiche sufficientemente 'poliziesche' di Stelvio Cipriani (curioso come qui si incontrino due persone con tale inconsueto nome di battesimo: Cipriani e Massi). 3/10.

Sulla trama

Il commissario Olmi mette i bastoni fra le ruote ad un potente boss; ripara così in una cittadina marchigiana sulla costa adriatica, ma anche qui, nonostante la tranquillità del luogo ed un nuovo amore, ben presto si trova coinvolto in indagini pericolose, questa volta su un traffico d'armi...

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