Regia di Peter Greenaway vedi scheda film
Come poteva essere accolto nell'Italietta conformista un film dove si scherza (con stupidaggine più che consapevole, mi pare ovvio, ma con una classe cui non si rende affatto giustizia con la semplice citazione) sul "divino" Fellini ("Magari era solo uno sporcaccione sopravvalutato, come tutti gli italiani" - "Dici che è andato a letto con tutte le donne dell'harem?"), sul gentil sesso (tra delinquentelle, mercenarie, masochiste che pur di farsi umiliare si fanno incriminare) e su tutto quanto? La commedia nera e visionaria di Greenaway va bene solo finchè non si toccano certi tabù. Dispiace per la debolezza della parte centrale, un film ad ogni modo minore nella filmografia del regista, comunque mirabile per la geniale ironia che permea di irresistibile ma distaccata goliardia tutto il film, per l'abilità (particolare poi per il solitamente distante Greenaway) nel disegnare tipi umani a loro modo famigliari, nel percorso mai esagitato e sempre elegante perdizione-perdita-morte.
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