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Le ceneri di Angela

Regia di Alan Parker vedi scheda film

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Utente rimosso (PeppeDeMaria1)

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La recensione su Le ceneri di Angela

di Utente rimosso (PeppeDeMaria1)
7 stelle

Un film che mi ha toccato molto, già dalla prima visione: sarà un po' patetico - non è proprio il termine che cercavo - stucchevole ecco, ma è un buon film. Buoni sentimenti, buone interpretazioni, ottima come suo solito Emily Watson; ottima ricostruzione storica e scenografica. Alan Parker non è solo "The Commitments". voto 7+

Le ceneri di Angela

Non ho letto il romanzo, come invece alcuni di voi dichiarano; premesso questo, in una delle vostre recensioni da me lette, si accusa il film di mancare di quello humour che nel romanzo, mi si dice, abbondi. Permettete però di far osservare che lo humour (tipicamente britannico per altro), nel film c'è e lo si coglie nelle piccole sfaccettature; almeno, a me è riuscito di farlo: il protagonista tende spesso a sdrammatizzare alcune soluzioni attraverso un suo peculiare cinismo ironico, sentimento questo necessario a certa gente, per sopravvivere in certe situazioni più che precarie; se poi sia lo humour espresso nel romanzo non saprei, questo non mi è dato saperlo non avendolo io letto, mi tocca rimettermi al vostro completo, e spero onesto, giudizio.
Quanto al coinvolgimento, sempre carente nel film rispetto al romanzo – forse solo per quella quasi legge non scritta che vuole sempre migliore il libro quando contrapposto alla trasposizione filmica; orbene, se s’intende quello emotivo, al pathos rimandato dal film invece... in questo caso posso assicurarvi che la carenza è tutta vostra - o piuttosto, il coinvolgimento è tutto mio: stanotte non son riuscito a rivederlo per intero, ho potuto seguire solo il terzo finale e ho colto qualcosa, un paio di scene che avevo dimenticato – per me davvero toccanti, ma toccanti sul vivo dell'animo.
La prima è stata quella in cui il protagonista, Frank, ormai fiero postino, corre al sanatorio sperando di ritrovare la bella rossa, la ragazza borghese malata di tisi, di cui si era innamorato... e mentre pedala come un forsennato, come al solito, il personaggio si rimette ai Santi chiedendo loro di intercedere affinché lei sia ancora viva; in cambio, promette di non sfiorarla più nemmeno con il pensiero. La scena mi ha IMMEDIATATAMENTE evocato i miei stessi propositi: una rara malattia, da anni e anni ormai, mi tiene separato da un caro affetto.

Scusatemi, cose personali, ma che non influenzano il mio giudizio sul film. Non ricordavo questa scena, al tempo, ancora confidavo in un miglioramento delle sue condizioni di salute.

L'altra scena, non meno ficcante, è quella in cui lo stesso Frank, rientrato a casa in preda ai suoi primi fumi dell'alcol, inveisce contro la madre (una intensissima, strepitosa Emily Watson) rinfacciandogli il suo concedersi intimamente al padrone di casa.
La cosa mi ha riportato alla mente gli alterchi con mia madre e le litigate con mio padre...

E anche se ciò non fosse, obiettivamente, è una scena madre nel film, un punto di volta, molto cruda, forte: il solitamente bravo ragazzo si rivela gravemente, assurdamente ingiusto con la disperata genitrice e, ancora una volta, proprio come faceva chi scrive, corre nuovamente ad invocare il perdono dei suoi Santi... imposti.
Ho usato questo aggettivo, imposti, giacché qualcuno nei commenti ha parlato di bigottismo: da esperto, posso dirvi con assoluta certezza, che si tratta solo d'un timorato di Dio.
Altri commenti semplicemente indegni ed immeritati, e pure fuori luogo quello  che sconsiglia il film... “a chi sta partendo per l'Irlandaaaa”??!!
Aaahhh Andiamo bene andiamo! Per altro,un paese, non bello, ma proprio da sogno!
Il film scivolerà forse un poco verso il patetismo e calcherà un po’ la mano sul muovere a pietà... ma la recitazione, specie della sempre meritevole Emily Watson (che, per chi l’ha sempre apprezzata fin dai tempi di quelle “Nuvole travalicate”, manca ormai nel cinema di un livello a cui ci aveva abituato), ma pure il ragazzo, così sostenuto dalla voce narrante dei suoi pensieri, ci resta dentro per qualche lungo momento una volata conclusa la visione.
Un po’ calcato nella versione “sbornia”, molto meglio in quella dell’inconcludente marito allo stato sobrio (proprio come il sottoscritto, altro patema procuratomi dal film), il personaggio di Carlayle, un tempo quasi un re Mida del – o per il cinema d’oltre Manica, ora scomparso dai radar; eppure qualche film davvero buono lo ha messo a segno, “Go Now” in primis, fino al villain in un James Bond (cos’era? “il mondo non basta”?), ma capace di toccare le corde giuste anche in una commedia sui generis come “Jimmy Grimble”. Va beh... strepitoso l’agrodolce “Full Monty”, sempre lo stesso sui generis.
Quanto al regista, Alan Parker, a me non dispiace, e certamente quoto molto più questo rispetto al suo memorabile (a chi piacque) “The Commitments” forse più valido da un punto di vista dell’allora innovativa tecnica, ma a me, per quel poco che ricordo – e se non lo ricordo, significa che non mi trasmise poi nulla di granché – ricordo qualcosa dell’impostazione che poi ritrovai in un certo cinema Britannico, come ad esempio “Traispotting” o “Grazie signora Tatcher”... invece, queste ceneri di Angela, come anzidetto, un certo segno te lo lasciano; insomma, le scene toccanti non mancano. E poi trovo l’Irlanda un paese fantastico, e nel film, l’atmosfera è resa benissimo, anche grazie ad una ricostruzione curata ed una fotografia eccezionale.
Consigliato almeno una volta, voto 7 + proprio per la Watson, attrice costei dalla spiccata poliedricità, anche fisica, mimica: a volte è una donnina indifesa e disperata, altre, una conturbante donna sensuale ed affascinante... fino ad una caparbia Militante dell’I.R.A. pentita; Meritava molto di più la sua carriera. Brava! E ci manca!
Specialmente dopo aver assistito alla parata di star(lette) sul tappeto rosso di Cannes, dove attricette appena sdoganate si davano tante di quelle arie...
Che schifo la passera quando vince sull’arte ed il talento!

Emily Watson

Le ceneri di Angela (1999): Emily Watson

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