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Il potere del cane

Regia di Jane Campion vedi scheda film

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La recensione su Il potere del cane

di diomede917
6 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: IL POTERE DEL CANE

 

Torna alla regia dopo 12 anni Jane Campion, regista specializzata a raccontare storie di donne e uomini complessi e conflittuali ai confini del mondo come Lezioni di Piano o Un angelo alla mia tavola.

Il suo ritorno è nel selvaggio west molto immenso e crepuscolare che ricorda quello raccontato nel film I Fratelli Sisters.

Anche qui abbiamo due fratelli che sono la rappresentazione del vecchio e del moderno, del rozzo e dell’evoluto.

I fratelli George e Phil Burbank sono il conflitto tra chi vuole adattarsi al tempo che si evolve con abiti stilosi e frequentando la gente giusta che mangia il cibo giusto rispettando le logiche del galateo e chi è ancorato al mondo del loro mentore Bronco Henry. Un mondo formato da brutti, sporchi e cattivi che si associano tra loro come un mucchio selvaggio.

Questo rapporto retto in principal modo dal puro istinto animalesco verrà compromesso in maniera inevitabile dall’arrivo di Rose e dal suo ambiguo figlio Peter.

Il matrimonio con George farà totalmente impazzire l’equilibrio già instabile del violento Phil.

Un po’ come fu per Brokeback Mountain, Jane Campion tende a smitizzare il machismo del cowboy insinuando elementi che hanno lo scopo di minare la virilità dei protagonisti maschili.

Di contro anche le stesse donne sono delle finte forti che affogano i loro dispiaceri nell’alcool.

Nonostante le premesse e il talento registico che è notevole (non a caso è stata premiata all’ultimo Festival di Venezia) Jane Campion si perde nelle distese del Montana dando al racconto un ritmo troppo lento che risulta un po’ fastidioso per chi vede il film dando un involontario senso ipnotico.

Di contro l’interpretazione di  Benedict Cumberbatch si mangia totalmente l’intero film, come un cavallo imbizzarrito è decisamente difficile da domare e Jane Campion ci mette un po’ per cercare di rimetterlo in carreggiata verso il bellissimo finale che mescola al western un thriller psicologico che mette in luce un bravissimo Kodi Smit-McPhee, una sorta di novello Anthony Perkins in versione Norman Bates.

Alla fine Il Potere del Cane si rivela più un film di forma che di sostanza. Un film che parte bene, si smarrisce in una parte centrale che gira troppe volte a vuoto, per poi ritrovarsi nello shoccante finale.

Sinceramente dal ritorno alla regia di Jane Campion mi aspettavo di più.

Voto 5/6

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