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La fattoria maledetta

Regia di David Keith vedi scheda film

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La recensione su La fattoria maledetta

di Maciknight
4 stelle

Filmetto horror anni 80 tratto da un racconto del 1927 del grande ma ostico e pressoché insondabile Howard Phillips Lovecraft, inverosimile nella narrazione e con effetti orrorifici piuttosto datati ed una sensazione di incongruenza che attaglia lo spettatore che più che dalla paura e dall’inquietudine è assillato dall’assurdità della storia

Anche i film horror non sono esenti da una loro coerenza interna, devono essere congrui e credibili rispetto alle premesse ed i loro canoni di riferimento. Questo filmetto è tratto da un racconto del 1927 del grande ma ostico e pressoché insondabile Howard Phillips Lovecraft e questo potrebbe fornire qualche attenuante, così come il fatto che è datato, essendo una produzione anni 80 in cui certi stereotipi imperversavano, ma premesse queste brevi considerazioni abbastanza favorevoli il resto è da castigare senza scusanti. Iniziamo dallo strano meteorite che “atterra” sulla terra come una palla da bowling presso la fattoria nel Tennessee dei nostri protagonisti, gli Hayes, il capofamiglia un fanatico religioso monocorde e carismatico come un bradipo, la seconda moglie a lui devota e riconoscente ma sessualmente frustrata, un figlio deficiente e meschino avuto con la prima moglie e due figli di lei, gli unici dotati di intelligenza, soprattutto il maschietto in età prepuberale. La dimensione del meteorite avrebbe dovuto provocare nell’impatto un grande cratere ed un’esplosione pari a quella di alcuni ordigni nucleari coinvolgendo un vasta area anche con la contaminazione radioattiva. Qui ha fatto solo un poco di rumore e fiamme, rimanendo perfettamente integro, come una gigantesca palla da bowling, la fattoria non ha neppure tremato. Si vede che ha voluto tenere un profilo basso, improntato ad umiltà. Le autorità locali non si sono neppure accorte dell’evento, non si vede neppure lo sceriffo in tutta la sceneggiatura del filmetto. Interviene solo il medico locale, ma perché abita vicino alla fattoria, che insidiato da un viscido agente immobiliare della vicina cittadina e dalla propria moglie complice dell’immobiliarista, condurrà le prime indagini “scientifiche” sull’oggetto proveniente dallo spazio. Oggetto che poco dopo si scioglie come neve al sole, liquefacendosi ed andando a contaminare le falde acquifere da cui attinge la fattoria, sia per bere che per irrigare ed abbeverare gli animali. In poche ore tutti gli ortaggi e la frutta dei terreni circostanti diverranno putridi e nauseabondi ma i nostri protagonisti faranno finta di nulla continuando a ringraziare il loro dio per i doni della terra. Poi iniziano a formarsi dei bubboni in viso come fossero appestati, segni evidenti e gravi, ma si continuerà a far finta di nulla, il fattore ritiene che siano punizioni divine che colpiscono in particolare la moglie fedifraga. Diviene evidente che i contaminanti agiscono a livello neurologico oltre che metabolico, che essendo già poco intelligenti si accentua ancor più la stupidità ed aggressività, anche in alcuni animali della fattoria. Solo il maschietto sospetta e prende precauzioni, bevendo solo acqua prelevata dall’abitazione del medico e nutrendo lui e la sorellina con cibo acquistato in città. Il medico circuito dalla moglie (lo scopo di lei e dell’immobiliarista è portare a termine una speculazione immobiliare in seguito ad un progetto di costruzione di una diga) continua a tergiversare finché si responsabilizza e porta ad esaminare un campione dell’acqua contaminata, il cui esito allarma i gestori del laboratorio, mai visto nulla di simile, l’acqua è instabile e sta cambiando la sua struttura molecolare, il pericolo è enorme. Ma il medico fugge lasciando dati falsi al laboratorio non rendendo rintracciabile il luogo di provenienza. La speculazione innanzitutto. Il finale è assolutamente prevedibile, con l’unico valore aggiunto che anziché una variante della eterna lotta tra bene e male (categorie assolutamente convenzionali e malleabili) sembrerebbe un conflitto tra intelligenza e volontà di sopravvivenza dignitosa (il maschietto, praticamente l’unico con la sorellina, con l’aggiunta finale di un tecnico inviato dalle autorità per attuare progetto della diga) e stupidità, avidità ed ignoranza aggressiva che caratterizza praticamente tutti gli altri protagonisti, che faranno tutti una brutta fine. Le sequenze finali sono veramente pessime anche dal punto di vista scenografico oltre che della narrazione con effetti speciali penosi, il film è troppo approssimativo ed inverosimile nella sua struttura narrativa, non c’è alcun valore aggiunto dovuto a talento ed ispirazione. Una produzione mediocre che non ha saputo valorizzare gli aspetti simbolici insiti nelle opere di Lovecraft.

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