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Love After Love

Regia di Ann Hui vedi scheda film

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La recensione su Love After Love

di alan smithee
6 stelle

locandina

Love After Love (2020): locandina

VENEZIA 77 - FUORI CONCORSO

Poco prima dello scoppio del Secondo Conflitto mondiale, una bella ragazza di umili origini di nome Ge Weilong utilizza tutto il suo coraggio misto ad ingenuità, per recarsi da Shanghai a Hong Kong, memore di avere una zia divenuta ricca dopo aver ammaliato fino a sposare un facoltoso ed anziano uomo d'affari, dal quale ha ereditato una fortuna.

Accolta con freddezza e diffidenza dalla ricca e sospettosa parente, la ragazza, tuttavia, viene accettata poco per volta dalla scaltra ed immorale bella zia, per addescare bei ragazzi giovani che, per circostanze naturali da immaginare, potessero risultar più attratti dalla freschezza della giovane nipote.

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Love After Love (2020): scena

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Love After Love (2020): scena

 

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Love After Love (2020): scena

La ragazza finirà data in sposa ad un giovane playboy, consumandosi una annunciata unione di sola facciata e convenienza, che asseconda le circostanze tipiche di quella alla borghesia ipocrita ed annoiata di una Hong Kong immorale e debosciata, calcolatrice e doppiogiochista.

Il ritorno della ottima regista di Hong Kong, Ann Hui, per l'occasione premiata a Venezia con il titolo alla carriera, avviene attraverso un sontuoso e raffinatissimo adattamento del primo romanzo della scrittrice Eileen Chan, tutta orientata a mettere in luce la deriva di una società annoiata e demotivata, tutta predisposta ai piaceri extraconiugali e ai complotti amorosi ove latitano i sentimenti puri in nome del vizio e della ricerca di nuove, primitive emozioni.

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Love After Love (2020): scena

La Hui si circonda di eccellenze come Ryuichi Sakamoto per la colonna sonora, la fotografia seducente di Christopher Doyle, assiduo collaboratore di Wong Kar-wai, mentre per gli accuratissimi costumi, sempre al centro dell'attenzione e parte integrante delle accurate scelte scenografiche, si è ricorso al premio Oscar (per Ran di Kurosawa) Emi Wada.

Il risultato è un film impeccabile, soprattutto dal punto di vista formale, davvero ineccepibile, al servizio di una storia che si lascia seguire senza veri e propri scossoni emotivi, forse perché probabilmente non proprio galvanizzante e già un pò risaputa e sfruttata in altre occasioni, ed un titolo che, almeno nella versione internazionale, appare degno delle sviolinate acchiappa pubblico care a Lelouch.

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