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Il 13º guerriero

Regia di John McTiernan vedi scheda film

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Raffaele92

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La recensione su Il 13º guerriero

di Raffaele92
7 stelle

Va bene, siamo d’accordo: McTiernan non è mai più riuscito ad arrivare ai livelli dei suoi capolavori “Predator” (1987) e “Trappola di cristallo” (1988). Anzi, a detta di molti pare che la sua filmografia abbia progressivamente attraversato una discesa (il fondo è stato toccato con il remake di “Rollerball”).

“Il 13° guerriero” quindi è un paradosso, poiché se da una parte era lecito aspettarsi di più da un regista come McTiernan, dall’altra va preso per quello che è: un prodotto meramente commerciale e senza pretesa alcuna, se non quella di regalare puro intrattenimento.

Poi sono d’accordissimo sul fatto che la trama sia di una banalità disarmante: il gruppo di guerrieri si forma “dal nulla” senza premesse né spiegazioni esaurienti e parte per il viaggio dopo poco più di un quarto d’ora di film, e il protagonista impara le lingue nordiche limitandosi a leggere i labiali e ascoltare le conversazioni davanti a un falò.

D’altro canto la breve durata giova molto al complesso, e viene quindi da chiedersi se non siano meglio film come questo che “arrivano subito al sodo” a scapito di credibilità e coerenza narrativa (le cui carenze, a mio parere, in questo caso non sono comunque compromettenti), piuttosto che i troppi polpettoni in circolazione che – partendo da una durata minima di due ore e mezza – dilatano a dismisura il plot compromettendo (questa volta sì) l’operazione tutta e rendendo la pellicola pesante e interminabile.

Dalla sequenza della magnifica battaglia notturna in poi, il film decolla iniziando a carburare egregiamente, tanto che nell’ultima parte emerge trionfante quello spiccato e mirabile senso del regista per l’avventura e lo spettacolo che ha reso straordinari i due cult movie citati all’inizio.

Per un momento, insomma, McTiernan torna ad essere il grande cineasta di un tempo.

Ma il bagliore non si spegne (del tutto), perché la battaglia finale sotto la pioggia girata interamente al ralenti è la ciliegina sulla torta e riesce (addirittura) nell’arduo compito di regalare qualche emozione.

In definitiva quindi si tratta del tipico popcorn movie senza infamia ma con stavolta più di una lode, scorrevole e gustoso, divertente e spettacolare, in grado di farci scordare per un’oretta e mezza i nostri problemi quotidiani.

Lo spettatore che si accontenta gode, quello che invece cerca il pelo nell’uovo no.

Certo è che chi ha nostalgia di cult come “Highlander” (1986) o capolavori come “Braveheart” (1995) e cerca ne “Il 13° guerriero” un loro equivalente, ha sbagliato tutto. 

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