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L'estate di Kikujiro

Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film

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La recensione su L'estate di Kikujiro

di degoffro
8 stelle

"Noi due siamo proprio uguali" dice lo yazuka Kikujiro al piccolo Masao, addormentatosi sulle sue ginocchia, dopo una lunga giornata passata ad una fermata d'autobus, ormai abbandonata, senza riuscire a recuperare alcun passaggio in macchina. In realtà a prima vista i due protagonisti dello splendido film di Kitano non potrebbero essere più diversi e lontani. Masao è un bambino di nove anni che vive con la nonna lavoratrice: la scuola è appena finita e stanno per iniziare le vacanze. Mentre il suo amico del cuore parte con la famiglia per tutta l'estate, Masao si ritrova a casa a fare i compiti. Anche gli allenamenti di pallone sono terminati: solo sul campo di gioco (sequenza bellissima nella quale ognuno può identificarsi) Masao vorrebbe giocare con qualcuno ma il mister gli ricorda che gli allenamenti riprenderanno alla fine delle vacanze. Il piccolo trova casualmente la foto della mamma e decide così di dare un senso alla sua estate: prende il suo zainetto, qualche soldino e decide di partire nella speranza di trovare la madre, che abita in riva al mare. Nel suo viaggio lo accompagnerà Kikujiro (ma il suo nome si scoprirà solo alla fine quando Masao, prima di separarsi da lui, avrà il coraggio di chiedere a quell'uomo, che fino a quel momento aveva chiamato signore, come si chiama). Kikujiro è uno sfaticato yazuka, burbero, dai modi bruschi, spicci e spesso minacciosi: ama scommettere sulle corse e per farlo usa anche i soldi di Masao, sfrutta il bambino per ottenere favori e aiuti, ma in fondo è un buono con tanto bisogno di affetto. On the road i due vivranno una serie di simpatiche avventure, conosceranno personaggi assai pittoreschi (due motociclisti metallari e mammoni, il ciccione ed il pelato, un ragazzo poeta che gira il Giappone con il suo camion in cerca di ispirazione, una coppia di ragazzi piuttosto stravaganti, gli uomini di un boss della malavita), scopriranno di volersi bene trovando ciascuno nell'altro sostegno, affetto, complicità. Diviso in capitoli (i più riusciti "E' andata male" ricco di gag degne del cinema muto, incentrato sui tentativi dei nostri di recuperare un passaggio per raggiungere la meta, dove Kikujiro insegna al piccolo anche trucchi non proprio educativi, come mettere i chiodi sulla strada per far sbandare una macchina, fingersi cieco per commuovere la gente o vendicarsi lanciando sassi contro i camion di chi non si permette di dare loro un passaggio, "L'angelo campanellino" poetico e commovente, culminante con una stretta di mano sulla spiaggia, toccante e sincera, e "L'uomo polipo" con Kikujiro, impegnato insieme agli improvvisati compagni di avventura a scegliere travestimenti sempre più incredibili e creare sempre nuovi giochi per il piccolo Masao) Kitano realizza un film dai colori pastello di impressionante bellezza, capace di alternare con estrema naturalezza e realismo sequenze molto divertenti, a momenti di grande commozione e intensità (ad esempio la visita di Kikujiro a sua madre, la scoperta da parte del piccolo Masao che la mamma si è costruita una nuova famiglia). Solo Chaplin era riuscito a far ridere e piangere con la stessa forza. Kitano restituisce il piacere del gioco e dello scherzo, coglie la dolcezza, l'innocenza, la semplicità e naturalezza dell'infanzia, stupisce per la sensibilità e la delicatezza con cui afferra l'essenza più profonda e genuina di valori come l'amicizia e l'amore, non rinuncia a mostrare il brutto della vita (ad esempio nell'episodio "Il signore è caduto dalle scale" dove Kikujiro viene pestato dagli uomini del boss), conquista per la tenerezza autentica, l'umanità e bontà contagiosa che regala ai suoi personaggi. Innocenza e disincanto, purezza ed ingenuità, fragilità e brutalità sono i contrasti che si consumano nella vicenda dei due protagonisti alle prese con un mondo comunque difficile e negativo, dove però è sempre possibile trovare il bene o (ri)scoprire, come accade per Kikujiro, la gioia di vivere e di donare, il piacere della paternità (splendido il dialogo tra i due protagonisti, appena arrivati vicino alla casa della mamma di Masao, quando Kikujiro esprime al piccolo il suo desiderio di fargli da papà), la consapevolezza che la vita non è solo violenza, sopruso e minaccia, ma anche dolcezza, complicità, tenerezza, gioco, incanto, magia. Un film di assoluta poesia, una favola moderna piena di allegria e di speranza, esaltata da musiche avvolgenti e funzionali, capaci di colpire al cuore. Corre il piccolo Masao alla fine e all'inizio del film, ma la sua corsa dopo quell'estate indimenticabile non sarà più la stessa: ora è fatta con il sorriso e la gioia di chi sa di avere vissuto un'esperienza talmente intensa che lo aiuterà a crescere e che rimarrà impressa indelebile nel suo cuore per tutta la vita.
Voto: 8

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