Regia di Stephen Norrington vedi scheda film
Primo adattamento moderno di un fumetto Marvel, il cui successo inaspettato ha dato via all'ondata tumultuosa dei cinecomics, il cinema di genere più profiquo dei due decenni a venire.
Le vicende del vampiro nero, brillantemente interpretato da Snypes, restano molto fedele al fumetto di Marv Wolfman (a cui non sono stati riconosciuti i diritti d'autore, che spettano alla casa editoriale), grazie anche alla presenza dello sceneggiatore David Goyer, già acclamato autore dell'omonimo fumetto (il cui nome sarà legato anche alla trilogia del Batman di Christopher Nolan).
La superdose d'azione prevale sull'introspezione, una formula vincente che contraddistinguerà questa nuova tipologia di blockbuster.
Con un anno di anticipo dai rallenty che immortaleranno i virtuosismi dinamici dei protagonisti di Matrix dei Watchowsky, si sente già la grande influenza dell'estetica manga, e, in generale, dell'action di produzione hongkonghiana: i combattimenti simil videogioco (durante il party i vampiri ribelli assistono guarda caso a Mortal Kombat) sono infatti esasperati, e, in fondo, la vera star è ormai lo stuntman.
Buon mix di elettronica, metal e trip-hop.
La bella co-protagonista.
Comprimario convincente.
Un cattivo poco 'incisivo' (o meglio 'canino'?)
Ama il personaggio ed è completamente a suo agio sotto il costume di Blade.
La butta tutta sull'azione adrenalinica seguendo la lezione di John Woo senza badare troppo a sottigliezze.
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