Espandi menu
cerca
Triangle of Sadness

Regia di Ruben Östlund vedi scheda film

Recensioni

L'autore

obyone

obyone

Iscritto dal 15 dicembre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 95
  • Post 5
  • Recensioni 499
  • Playlist 17
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Triangle of Sadness

di obyone
7 stelle

 

Charlbi Dean

Triangle of Sadness (2021): Charlbi Dean

 

Alla fine l'ho chiesto: "che roba è sto triangolo della tristezza?!?" Mi viene detto che si tratta dello spazio tra le sopracciglia, appena sopra il naso, ed io annuisco pensando a quale utilità possa avere per me questo tipo di informazione. Decido di immagazzinarla fino a stesura di un pezzo dedicato a "Triangle of sadness", il nuovo film di Ruben Östlund che si è aggiudicato a Cannes la Palma d'Oro di miglior film. In seguito sarà la memoria a fare piazza pulita di questa e della successiva informazione. Per gli svedesi le rughe d'espressione che si formano in quel luogo sono causate dai guai collezionati nel tempo. Più rughe, più guai. Rimango perplesso.

 

Harris Dickinson

Triangle of Sadness (2021): Harris Dickinson

 

In base a quanto appreso il modello Carl, giovane, bello, un fisico da urlo ed una fidanzata influencer da copertina, di pensieri sembra averne parecchi perché i responsabili del provino a cui si presenta storcono il naso per alcune piccole rughe tra gli occhi. Incredibile. Penso a quanto vanesio sia il mondo della moda e quanto superficiale la società dei consumi. Ci sarebbe da ridere delle presunte imperfezioni del corpo di Carl se non fosse che, a conti fatti, quei piccoli e impercettibili affossamenti nella pelle diventano, a fine narrazione, solchi impossibili da appianare da qualsiasi iniezione di botox. Sempre a seguire il ragionamento scandinavo, naturalmente.

 

Charlbi Dean, Harris Dickinson

Triangle of Sadness (2021): Charlbi Dean, Harris Dickinson

 

Intanto i miei pensieri (altra fonte di rughe) si inerpicano fino alla vetta del promontorio per abbracciare un più vasto panorama che si perde nel mare di possibili interpretazioni del titolo svedese. Scendono, poi, le mie elucubrazioni verso il basso, verso la spiaggetta sassosa incastonata nella baia, dove la vendetta è in attesa di essere somministrata con rabbia e violenza. Allora mi è chiaro che le rughe di espressione di Carl non possono essere il frutto delle puerili scaramucce tra fidanzatini consumate in un ristorante di lusso o nel vano di un ascensore. Quei solchi sono stati scavati dal decadimento morale dell'umanità alla deriva. Le immagini di Östlund proprio a quello mi conducono, alla rappresentazione della meschinità, del bieco ricorso al potere, della follia criminale.

 

Harris Dickinson

Triangle of Sadness (2021): Harris Dickinson

 

Diviso in tre capitoli il film alza l'asticella continuamente passando dalle manipolazione di Yaya nei confronti del fidanzato (il primo capitolo) fino al ribaltamento dello Status Quo (lo yacht) e alla successiva presa di potere dei ceti inferiori (l'isola). Un tema non certo nuovo, ma elaborato piuttosto bene dal regista nativo dell'isola di Styrsö nella municipalità di Goteborg, in cui gli echi orwelliani sono evidenti lungo tutto la narrazione, nella contrapposizione tra il capitano e il russo capitalista e nella riorganizzazione dei rapporti sull'isola in special modo. L'uccisione dell'asino, invece, e la gioia triviale che si sprigiona attorno all'assassino mi rammentano la nascita della "civiltà" con la "scimmia" che alza la mano sui propri simili in "2001: Odissea nello spazio". Una sensazione in qualche modo avvalorata dall'aspetto da ominide dei protagonisti causato dalla cattività sull'isola. La violenza impartita con una pietra, un'arma simbolica da cui si sprigiona la ferocia dell'impulso emotivo, ancora una volta mi riporta alle ossa utilizzate nel furore della sopraffazione animale nel caplavoro di Kubrick. 

Riemergo dai miei stessi pensieri, dall'immagine dell'asino Beniamino cinico e senza speranza barbaramente assassinato da Östlund e dalla digressione fino agli albori dell'umanità. Ritorno alla parte centrale del film in cui la versione svedese dei Ferragnez se la spassa tra produttori d'armi ed oligarchi russi capricciosi. 

 

scena

Triangle of Sadness (2021): scena

 

Non me ne voglia Östlund ma è la sola parte (delle tre) che mi fa impazzire. Le bizze del capitano, la merda che esce dai cessi, ostriche e caviale rigettati dalle bocche in un'orgia di dispiaceri che abbattono la ricchezza ed il potere trasformando i ricchi in poveracci spauriti mi precipita in un orgasmo delirante di satira pungente. Mentre il capitano sbronzo e amareggiato si perde in un sterile confronto sul socialismo con il capitalista sovietico la nave va alla deriva e viene presa d'assalto. Il potere viene rovesciato. I ricchi diventano poveri e viceversa. L'ironia impressa nella danza degli stuart e delle hostess (anch'essa vagamente scimmiesca) diventa puro sarcasmo. Riconosco nell'equipaggio il simbolo decadente dell'umanità. La sequenza della tempesta è sconvolgente e violentemente inopportuna e mi piace. Trovo meno coinvolgente il preludio con la coppia snob che litiga ovunque e sta insieme per mantenere milioni di follower e i privilegi che ne derivano. Dall'arrembaggio dei pirati la ricostruzione della società nuova soverchiata dai poveri è significativa ma non si è esime da qualche forzature di troppo: naufraghi muniti di rasoi, biscottini che, sera dopo sera, sembrano non finire mai, accettazione sottomessa del potere autoconferito dal nuovo capitano, la vecchia pazza che urla "in den Wolken" fino allo sfinimento. Quali nubi? 

 

Charlbi Dean

Triangle of Sadness (2021): Charlbi Dean

 

La corsa fuoriosa di Carl tra le sterpaglie che gli strappano abiti e pelle chiude lo sguardo su nuove cicatrici difficili da rimarginare. Sono pronto a scommettere che la delusione, la tristezza e il naufragio del nuovo ordine delle cose sulla spiaggia di un nuovo predominio gli causaranno solchi invisibili nell'anima.

Mi scollego pensando ai due vecchi che cincischiano con una bomba tra le mani parlando beatamente delle similitudini. Ma si può? Avrei visto una degna e satirica esplosione di brandelli umani, anziché un campo lungo sin troppo prolungato sulla nave, come ciliegina golosa sulla torta. Pazienza. Torno al triangolo della tristezza. Ora posso cestinarlo. Mentre al prossimo capo d'abbigliamento che comprerò non potrò fare a meno di vedere un modello sorridente od uno imbronciato a seconda della marca. Potere del marketing.

 

Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara

 

scena

Triangle of Sadness (2021): scena

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati