La recensione su Verso la notte

di alan smithee

4 stelle

TAORMINA FILMFEST 66 - INDIEUROPEA

Maryam ha 25 anni, vive a Roma da tempo, ma è di origine iraniana. Da un po' di giorni la ragazza si sta interessando alle precarie condizioni di vita con cui una quarantenne di nome Anna, incontrata quasi per caso dinanzi ai cassonetti dell'immondizia, ha deliberatamente scelto di condurre la propria esistenza. Una esistenza da vera e propria mendicante, che la nna affronta con una tranquillità quasi apatica, che la rende protagonista di discorsi e considerazioni sull'esistenza in grado di farla assomigliare ad una bizzarra via di mezzo tra una eccentrica filosofa ed una avveniristica veggente, sacerdotessa, anzi vera e propria cassandra di un disfacimento sociale che finisce per affascinare completamente la sua intervistatrice.

Dal suo incontro fortuito, a cui segue una frequentazione fatta di appostamenti studiati con molta più cura di quanto possa apparire, la donna, che accetta di essere ripresa dalla telecamera di un operatore anche lui giovane e di origine iraniana, emergeranno i tratti di una società che appiattisce e rende succubi di un comportamento di massa in grado di impedirci di renderci conto del percorso collettivo acritico che la società dei consumi ci sta tracciando senza possibilità di renderci padroni del nostro destino.

Indeciso se concentrarsi su questo incalzante argomento pieno di incognite ma affascinante, o invece calibrarsi sulle dinamiche private di una vita sentimentale che coinvolge la protagonista in una storia d'amore con il suo tormentato e geloso collega cineoperatore, Verso la notte offre più che altro qualche spunto interessante, intramezzato da singole vicende di crisi di coppia che sviano un po' il senso originario film, affievolendone ogni ambizione.

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