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Essere John Malkovich

Regia di Spike Jonze vedi scheda film

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La recensione su Essere John Malkovich

di andry10k
7 stelle

Quando parliamo di Kaufman, che sia in un film di Jonze, di Gondry o diretto da lui stesso, parliamo probabilmente di un piccolo genio visionario, e quando ci si avvicina a una sua storia sappiamo a cosa si va incontro. Scrittore di commedie o film drammatici sempre a sfondo surreale, sul rapporto tra ciò che è reale e no, e che cercano di mandarci tantissimi messaggi. Se in Eternal Sunshine of the Spotless Mind mi era arrivato moltissimo, e l'avevo apprezzato molto anche per la sua semplicità, qui il discorso è diverso. Paradossalmente avrei dovuto preferire questa di sceneggiatura, preferisco questo tipo di genere che più che romantico e mieloso come nel film di Gondry, vira più sul fantastico. Pero' stranamente questo film non mi è sembrato riuscitissimo.

 

 

L'idea di fondo come sempre è straordinaria ed è buona anche in modo in cui Jonze la mette in atto. Le scelte sono giustissime, e se un John Cusack con capelli lunghi, barba incolta, occhiali ecc. è perfetto, Cameron Diaz lo è ancora di più. La rappresentazione di questa coppia fin dall'inizio è studiata molto bene, questa sciatteria, stravaganza, anche sporicizia... tutto reso molto bene. Reso molto bene in funzione della storia, nel senso che tutto gira intorno a questa idea: il voler essere qualcun'altro, forse perchè non si è felici, o non ci si sente mai completi e si vuole sempre avere di più e non ci si accontenta mai. Infatti il genio è anche il fatto che il protagonista faccia il burattinaio, e che quindi fin dalla prima scena vediamo quasi più felice nell'impersonarsi nei suoi pupazzi e nella loro "vita", piuttosto che nella vita con la sua partner, che probabilmente non lo soddisfa più, tanto che appena esce dal suo stato perenne di pigrizia e poi trova un lavoro, si innamora della prima donna bella che vede.

 

Per quanto riguarda a figura intorno alla quale gira tutto il film, cioè l'attore, che a me piace moltissimo, John Malkovich, la scelta anche qui è ineccepibile. Infatti secondo me si è preso lui perchè non è poi cosi' famoso. Si adesso forse in USA è conosciuto da tutti, ma credo che a quel tempo oltre che l'adattamento del romanzo Le relazioni pericolose, non abbia avuto chissà quanti ruoli importanti. Infatti ne ho avuto la conferma proprio dal bellissimo personaggio della Keener, che quando gli viene nominato la risposta istinitiva è "Ma chi è?". Quindi si è scelto un divo di hollywood ma non cosi' famoso, probabilmente perchè il messaggio principale non vuole essere il banalissimo: vorrei essere famoso la mia vita è inutile, vorrei essere Brad Pitt amato da tutti e con un botto di soldi. No assolutamente il messaggio di fondo è molto più complesso e riferito a tutti noi. E forse qualcuno si chiederà, perchè allora si è scelto comunque un attore, un personaggio reale, e non un personaggio inventato qualunque che facesse da "tramite" in questi viaggi nel pensiero? Per quanto mi riguarda probablimente per una questione di facilità di sceneggiatura, se no probabliemente la storia non avrebbe funzionato in molti passaggi.

 

Il film per me non funziona in tutto e per tutto comunque. La prima parte è perfetta ma nella seconda si lascia un po' troppo andare nel genere fantastico e surreale. Non resta fedele a quello che aveva proposto prima e diventa troppo movimentato e complicato, con tutte quelle storie sull'immortalità ecc... li mi è caduto molto. Inoltre cade anche in altri punti. Vabene che il film è surreale e fantastico, ma come dico sempre, anche nella fantasia ci deve essere una logica. Per esempio se all'inizio nei vari viaggi dentro la mente di malkovich era perfetto il fatto che il viaggiatore pensasse alla fine quello che pensa John (tanto che la Diaz è diventata lesbica) e non avere possibilità di proprio pensiero, era dentro la sua mente quindi era giusto cosi'... poi dopo assistiamo non si sa perchè al contrario, cioè è il viaggiatore che prevale su malkovich e gli si impossessa. E anche il viaggio di John nella sua stessa mente, per quanto una delle scene migliori e che rimane impressa fino alla fine e anche oltre, non ha molto senso, seguendo una logica normale non avrebbe dovuto vedere niente visto che la sua stessa mente in quel momento chissà dov'era. Ma comunque questi sono discorsi personali e abbastanza cervellotici.

 

Si riprende poi parzialmente nel finale che è bellissimo, e riesce almeno a trasmetterti un unico messaggio molto chiaro, grazie alla fine, quasi in stile contrappasso dantesco, che fa il nostro Cusack. Rimane comunque il classico film intellignete geniale ma che si perde un po' in se stesso e in tutti i temi e le situazioni che vorrebbe trasmettere.

 

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