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Come Play - Gioca con me

Regia di Jacob Chase vedi scheda film

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La recensione su Come Play - Gioca con me

di Furetto60
5 stelle

Modesto filmetto horror, ma con qualche guizzo interessante. Bravo l'attore bambino

Oliver, un bambino affetto da una grave forma di autismo, vive con la madre Sarah e il padre Marty, costui svolge il lavoro di custode notturno in un parcheggio all’aperto. Oliver non riesce ad esprimersi vocalmente, quindi utilizza dispositivi elettronici per comunicare, a scuola si avvale di un insegnante di sostegno, gli è difficile relazionarsi con gli altri, peraltro subisce anche le vessazioni di compagni prepotenti, in sostanza vive in dolorosa solitudine, dopo che anche il suo unico amico Byron ha rotto con lui; si rifugia nelle storie che legge attraverso lo smartphone e il tablet. Durante queste escursioni digitali, s’imbatte in un personaggio strano, una mostruosa creatura, Larry, come lui sola, nessuno accetta amici mostri ovviamente e quindi bisognosa di compagnia. Il problema nasce quando a un certo punto Larry sembra uscire dal mondo virtuale per materializzarsi, diventando tangibile e in cerca di un’amicizia un po' troppo “intima “ed esclusiva, comincia a introdursi nella vita di Oliver, molestando prima lui e poi i suoi genitori e perfino i suoi compagni di scuola, cooptati dalla madre per provare a spezzare la barriera tra Oliver e il mondo. Il regista Jacob Chase sviluppa il riuscito cortometraggio "Larry" e  ne realizza  un film horror stiracchiato, che non aggiunge niente di nuovo a quanto già visto, infinite volte; lo schema è sempre lo stesso, prima è il bambino a “incontrare” il mostro, ma ovviamente non viene creduto, poi a seguire, quando i segni della sua presenza diventano più pervasivi, è il turno della mamma, infine anche il papà, che per “tradizionale convenzione”  è quello più razionale, e quindi l’ultimo ad accettare che il soprannaturale si possa insinuare nella vita reale, deve arrendersi  all’evidenza. La storia, alla distanza perde tensione e i “sobbalzi” sono quasi tutti prevedibili, eccezion fatta per qualche scena nel parcheggio, che regala qualche brivido. Fiacca rivisitazione in chiave tecnologica di “Babadook”, che già di suo, per quanto osannato, a mio parere non era un capolavoro; qui dalla carta stampata si passa ai tablet, metafora, oltre che della frustrazione di un bambino autistico maltrattato dai bulli e non sempre accettato dalla madre, anche della solitudine di un'era "social" in cui i rapporti umani sono sempre meno veri e sempre più “da remoto”. Non manca la solita “creatura malefica”, che attacca sempre le famiglie più fragili, qui la debolezza è nel devastante 'handicap” di Oliver. Bravo l’attore bambino in un ruolo difficile. Il film è così, così.

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