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Studio 54

Regia di Mark Christopher vedi scheda film

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La recensione su Studio 54

di trebby
10 stelle

New Jersey 1979 provincia americana profonda a due passi da New York, Shane (Ryan Phillipe) ha 19 ed è un bifolco ignorante che lavora come benzinaio, tuttavia sogna di abbandonare la noiosa provincia americana per tentare fortuna nella ''grande mela''. Un bel giorno così decide di cercare lavoro nello ''studio 54'' lussuosa discoteca dei vip hollywoodiani gestita dal milliardario debosciato Steve Rubbel (Myke Myers). Il giovane Shane trova lavoro come barman nella sfarzosa discoteca per il semplice motivo che è un figo da ''urlo'', dato che nella discoteca circolano gli attori e i cantanti più pagati d'america l'aspetto fisico conta. La discoteca ''studio 54'' ed il suo proprietario Steve Rubbel sono l'emblema di un'America del riflusso dove da un lato il sesso libero e la droga libera sono la norma, dall'altro l'edonismo ''reaganiano'' inizia già a galoppare. Sesso promiscuo, droghe di ogni tipo ma sopratutto fiumi di dollari, l'ingenuo Shan scopre che il suo caro Steve Rubbel è un evasore fiscale patologico, dedito al falso in bilancio oltre che un debosciato, depravato e dissoluto. Shane tuttavia sogna di far carriera abbandonando così la squallida provincia americana, incontra così Julie (Neve Campbell) giovane ragazza del New Jersey che ha fatto carriera nelle soap opera televisive, la ragazza dei suoi sogni non solamente dal punto di vista erotico ma anche come incarnazione di quel sogno americano dove anche un ignorante di provincia può diventare un divo del cinema o della tv. Intanto l'ascesa del bel Shane è rapida, egli infatti si guadagna una copertina di una rivista patinata dove appunto dice: ''I can be anybody'' posso essere chiunque, tuttavia alla rapida ascesa segue un rapido declino infatti non si rende conto di essere solo un bel ragazzo ignorante usato più che sfruttato da un uomo d'affari ''macchavellico'' come Steve Rubbel. Shane infatti inizia a frequentare i salotti della borghesia newyorkese dando sfoggio della sua profonda ignoranza, quando un uomo gli da del trogloditta, crede di essere stato paragonato ad una pietra preziosa. Il rapido declino di Shane segue il rapido declino di Rubbel che nel gennaio 1980 viene arrestato, processato e condannato per evasione fiscale. Interessante notare come l'astuzia e la furbizia di Rubbel siano in grado di mettere a nudo i punti deboli dell'ambizione di Shane, in una scena infatti Rubbel mette alla prova Shane con una richiesta sessuale esplicita, Shane si cala letteralmente i calzoni prima di essere congedato da Rubbel non senza una risatina denigratoria. In altre parole l'ambizione di Shane degenera in prostituzione, peggio di un'aspirante ''starlette'' da quattro soldi. La discoteca sembra un ''sepolcro imbiancato'' dove il lusso, lo sfarzo ed il denaro nascondono i vizi. Ma si sa il denaro corrompe anima e corpo, il denaro è forriero di vizi. Ottimi attori sopratutto Myke Myers e Neve Campbell che con le loro performance hanno scandito i tardi anni 90. Prima di lasciarvi vorrei riflettere sul commento di un altro utente che ha definito il film ''freddino''. Ebbene a mio modo di vedere tutto il cinema hollywoodiano tra il 1995 e l'undici settembre è freddino, in quegli anni Hollywood sfornava pellicole spesso girate a Los Angeles dal conenuto molto freddo: Pleasantville (1997), American Beauty (1998), Muhllolhand Drive (1999), Magnolia (1999), Moonlight Mile (2001), Eyes Wide Shout (1999), Ice Storm (1996), Delitto alla casa bianca (1996) e altri. La mia non è una critica in quanto spesso la freddezza è un pregio sopratutto quando fa rima con riservatezza e rispetto degli spazi altrui.  Poi l'undici settembre 2001 ha portato una ventata di retorica patriottica, sentimentale ed emotiva così anche Tobey Maguire ''pezzo di ghiaccio'' in Ice Storm e Pleasantville è diventato un dolce, poetico e romantico uomo ragno. Non vorrei che il clima di freddezza, indifferenza,  apatia, alerigia ed opacità che caratterizzava la Hollywood della seconda metà degli anni 90 non fosse altro che lo specchio della società americana di quegli anni, una società che dopo lo shock dell'undici settembre ha rispolverato valori come patriottismo, nazionalismo e di missione civilizzatrice, tutti valori apparentemente romantici ma spesso irrazionali e quindi pericolosi. Tuttavia rimane quella sensazione di freddezza e distacco nel cinema americano del 1995-2001, scarsa emotività e scarsa empatia, risulta emblematico lo sguardo freddo e vuoto di Jake Gyllenhall in ''Moonlight mile'' un ragazzo incapace di versare una sola lacrima per la giovane fidanzata barbaramente trucidata, un elegante damerino della borghesia americana che incarna tutta la fredezza di una società anglosassone, protestante, borghese e conformista. Sarà assurdo pensarlo ma l'undici settembre Hollywood si sveglia da uno stato di torpore letargico, caratterizzato dall'incapacità di esprimere sentimenti.

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