Espandi menu
cerca
Finch

Regia di Miguel Sapochnik vedi scheda film

Recensioni

L'autore

supadany

supadany

Iscritto dal 26 ottobre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 404
  • Post 189
  • Recensioni 5846
  • Playlist 118
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Finch

di supadany
7 stelle

Abituati come siamo a concentrare le energie di cui disponiamo per riuscire a soddisfare buona parte dei nostri desideri materiali, rischiamo di perdere di vista quelle che devono essere le priorità, di arrivare impreparati a quegli snodi che richiedono decisioni puntuali, inequivocabili e stringenti, come l’epoca che stiamo vivendo sta dimostrando impietosamente.

Per queste motivazioni e per il momento attuale, un film come Finch è quanto mai provvidenziale. Qualcuno lo prenderà sottogamba, altri non coglieranno la sua essenza più profonda ma chi avrà la fortuna di sintonizzarsi sulla sua lunghezza d’onda, ne uscirà rinvigorito, rigenerato nello spirito e, perché no, pronto a uscire dal suo guscio rimodulando le proprie prerogative.

Per colpa di una catastrofe climatica dovuta al sole, la quasi totalità dell’umanità è deceduta e della società che conosciamo sono rimasti solo macerie ed esigui residui. Finch (Tom HanksForrest Gump, Philadelphia) sopravvive grazie alle sue capacità, vivendo in solitudine all’interno di un bunker, insieme a Goodyear, il suo amato cane.

Mentre collauda un robot dotato di un’intelligenza artificiale, che chiamerà Jeff (movenze e voce in originale di Caleb Landry JonesScappa – Get out), l’arrivo di una tempesta di lunga durata lo convince che sia arrivata l’ora di levare le ancore, dirigendosi verso San Francisco alla guida del suo camper, attrezzato per ogni evenienza.

Durante questo lungo e pericoloso viaggio, Finch continua a impartire insegnamenti a Jeff, gli trasmette quella parte del suo sapere indispensabile per riuscire a sopravvivere schivando ogni tipo di incomodo.

Il suo comportamento ha una finalità ben precisa.

 

Tom Hanks

Finch (2021): Tom Hanks

 

Finch prende per mano lo spettatore, conducendolo in un futuro prossimo dominato da uno scenario post apocalittico, piazzando dei paletti ben fissati sullo schermo e facilmente riconoscibili, per poi dare il via a una tendenza più distintiva, che andrà a caratterizzarlo definitivamente.

Dunque, la mappatura di partenza allestita dal regista Miguel Sapochnik (Repo men) prevede un uomo solitario al cospetto di un ecosistema avverso, decontaminato dalla presenza umana (e Tom Hanks in materia aveva già dato i suoi frutti con Cast away), la compagnia indispensabile di un cane (Io sono Leggenda) e l’aggiunta di un robot che acquisisce un’identità (Wall-E), per poi prendere il largo on the road, dove comincia a divergere dalla consueta routine, tenendo fuori campo – seppur percettibili nelle vicinanze – le avversità (vedi dei potenziali predoni), giostrando tra inside (un rifugio e un camper) e outside (lande desolate).

Al di là di una formula di base sostanzialmente professionale, ricca di similitudini con un background già visto molteplici volte, Finch lascia gli ormeggi del porto sicuro, intraprendendo un percorso che gradualmente riporta in auge la parte buona della natura umana, quella che il più delle volte è sommersa da cumuli di comportamenti negativi, distrazioni evitabili e traversie annichilenti. Così, mentre ricorda che sbagliando s’impara, anche se alcuni errori possono costare la vita o come minimo imporre croci da portare fino alla fine dei propri giorni, che il valore di quello che ci circonda va riconosciuto e soppesato, soprattutto nelle difficoltà, mette in rilievo un animo nobile, che sublima quando tutto diventa finalmente chiaro e ogni scelta precedentemente adottata acquista un senso compiuto.   

Di conseguenza, sgorga un epilogo che accosta esperienze e sguardi verso l’ignoto, la vita che va avanti e la morte che lascia una traccia ineluttabile, scadenze e prospettive, intavolando un passaggio di consegne palpabile e simbolico, oltre a un apodittico e lusinghiero centro di gravità.

 

Tom Hanks

Finch (2021): Tom Hanks

 

Complessivamente, il resoconto su Finch vira verso un pollice rivolto in alto. Da tratti somatici ordinati, ricava uno spirito (pro)positivo e scuote dal torpore che ci attanaglia, sfoderando una spiccata forza di volontà, una gestione oculata che impone linee guida consapevoli e un dosaggio efficace. Tra cure amorevoli e un crescendo coinvolgente, dispensando suggerimenti e addottrinamenti su un piatto d’argento, così da farli sedimentare, di evitare che vengano precocemente riposti nel dimenticatoio, trasformandoli in un invitante antidoto al grigiore che ci ammanta.

Gratificante e significativo.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati