Regia di Delmer Daves vedi scheda film
Un western particolare , dove gli unici colpi di pistola servono ad uccidere gli scarafaggi sulle pareti dell'albergo e gli indiani si intravedono da lontano e lo scontro con loro dura un minuto, a livello scaramuccia. Allora si potrebbe pensare che sia un film noiosetto, sul solito trasferimento di mandrie . Invece il film avvince perché impostato sul contrasto tra due uomini completamente diversi per fisico e mentalità , un rude ed esperto mercante di bestiame, rotto ad ogni esperienza di quella dura vita in mezzo alle mandrie ed i deserti, accompagnato da uomini rozzi e istintivi e un cittadino di Chicago, vicedirettore d'albergo, che decide di aggregarsi per ritrovare la fidanzata in Messico. Ovviamente il cittadino diventerà sempre più duro (anche troppo) con l'avanzare del viaggio , mentre il cinico comboy si ammorbidisce nell' educare il novellino. Il film è veloce, con molti momenti di puro cinema anni '50, quando le scene più drammatiche venivano filmate senza effettti speciali e si nota ancora oggi lo sforzo comune che tutta la troupe deve aver affrontato nel girarle : la corrida con il toro infuriato in mezzo a numerose vacche e l'uomo a piedi che deve infilargli un anello nel corno, , il tentativo dei due soci di far rialzare due mucche cadute a terra nel vagone merci, il tutto tra le zampe e le groppe degli altri bestioni in perenne agitazione dati gli scossoni del treno in corsa, la carica delle mandrie lanciate a folle velocità per respingere gli indiani. Tutte cose che ormai ricostruiscono al computer senza grandi fatiche, ma è proprio per questo che i film di allora sono ancora più apprezzabili oggigiorno, almeno per me.
Glenn Ford ha la sua virile maschera di sempre e un giovane Jack Lemmon mostra già la mimica irresistibile che diverrà la sua caratteristica. Ottima la fotografia dei vasti paesaggi a tutte le ore del giorno che però necessiterebbe di un valido restauro.
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