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La nostra storia

Regia di Fernando Trueba vedi scheda film

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La recensione su La nostra storia

di pazuzu
7 stelle

El Olvido Que Seremos è il ritratto intimo di un personaggio trasversalmente fuori moda e fuori dal tempo, vettore di un messaggio di solidarietà talmente universale da far sì che la storia ivi narrata parli non solo al paese in cui si è svolta, ma a tutti gli esseri vagamente senzienti presenti ad ogni latitudine.

 

 

Nel 1983, Héctor Abad Faciolince detto Joaquin è a Torino dove studia lettere, ed esce da un cinema nel quale è stato appena proiettato Carlito's Way lamentandosi del fatto che i colombiani siano spesso visti come criminali. Una volta a casa, un messaggio nella segreteria telefonica lo avverte che il padre - da tempo persona scomoda per i vertici del suo paese - sta per essere pensionato obbligatoriamente dall'università nella quale lavora, a Medellin, quindi è bene che lui torni. Nel momento in cui l'uomo sta per essere chiamato sul palco per il proprio discorso di commiato, il flusso narrativo si interrompe, il bianco e nero sin lì utilizzato si trasforma in colore, e il nastro viene riavvolto sino al 1971, quando Joaquin aveva appena dodici anni.

 

 

Il padre del ragazzo era Héctor Abad Gómez, eminente medico e professore da sempre impegnato nella difesa dei diritti umani, e El Olvido Que Seremos è il film che Fernando Trueba ha tratto dall'omonimo libro, divenuto un best seller, che il figlio scrisse dopo la sua morte, rendendo nota in tutto il mondo la sua lotta quotidiana per garantire le cure dei più deboli nel contesto di una Colombia che, in maniera via via più violenta, usava silenziare non solo gli oppositori politici ma già anche le voci che avevano l'ardire di levarsi fuori dal coro.

 

 

Fatta eccezione per l'incipit, il film di Trueba segue l'ordine cronologico dei fatti, soffermandosi massimamente sull'uomo nella sua dimensione privata e sul suo rapporto con la moglie e la nutrita prole, volendo apparire, prima di tutto, come il ritratto accorato di una persona buona: in una civiltà che da sempre subisce la fascinazione del male (questo, probabilmente, lo scopo della citazione iniziale del capolavoro di De Palma), Héctor Abad Gómez è un uomo dall'animo gentile che ha dedicato la propria vita agli altri, un uomo profondamente razionale ma sempre pronto a dialogare ed accogliere (ateo ma sposato ad una donna molto cattolica), che insegna l'altruismo e le accortezze che portano ad una vita sana ai suoi figli prima e ai suoi studenti poi, e che rifiuta le etichette tanto da venir considerato marxista dai conservatori e conservatore dai marxisti.
Interpretato, nel ruolo del protagonista, da un Javier Cámara straordinariamente 'dentro' la parte, El Olvido Que Seremos (che torna al monocromatico e lo mantiene quando nella seconda parte 'riprende' il 1983 della scena iniziale) è il ritratto intimo di un personaggio trasversalmente fuori moda e fuori dal tempo, vettore di un messaggio di solidarietà talmente universale da far sì che la storia ivi narrata parli non solo al paese in cui si è svolta, ma a tutti gli esseri vagamente senzienti presenti ad ogni latitudine.

 

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