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Il gatto dagli occhi di giada

Regia di Antonio Bido vedi scheda film

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La recensione su Il gatto dagli occhi di giada

di mmciak
6 stelle

"Il gatto dagli occhi di giada"
diretto nel 1977 da Antonio Bido,
devo dire che non mi è dispiaciuto.

La storia comincia a Tivoli e racconta
che Mara,giovane attrice di carbaret,mentre si sta
recando dal farmacista Biagio,assiste al suo assassinio
e intravede il colpevole.

La donna subisce le minacce
dello sconosciuto e dopo un tentato
omicidio,spaventata a morte decide di rivolgersi a Lukas,
al quale si rivolge un altro uomo che si sente
perseguitato da misteriosi individui.

Nel frattempo viene uccisa anche un'innocua
insegnante che non aveva nemici e Lukas comincia
a indagare e scopre che le due vittime avevano
 fatto parte della giuria popolare che aveva
condannato un innocente,e che sono tutti
di Padova,allora decide di andare lì.

Il Film prodotto dalla Elis Cinematografica
è il primo Lungometraggio di Antonio Bido,
che dopo alcuni corti sperimentali esordisce
con un classico "Thriller all'Italiana" che ha
influenze "Argentiane",a partire anche dal titolo,
e si vede che il regista conosce il suo Cinema
per l'utilizzo di soggettive dell'assassino
e inquadrature dall'alto.

Comunque Bido costruisce un Thriller
con una buona suspance e senso del
ritmo,ed è bravo a creare tensione,
dove c'è un mosaico da mettere insieme,
e sceglie come protagonisti un bravissimo
Corrado Pani,che è molto in parte e
una bella e brava Paola Tedesco,
che da soli con la loro bravura offuscano
i comprimari come ad esempio Franco Citti.

Da segnalare la buona direzione degli Attori
dove figurano anche:

Fernando Cerulli-Giuseppe Addobbati-
Gianfranco Bullo-Yill Pratt-Bianca Toccafondi-
Esmeralda Messori-Inna Alexeievna-Paolo Malco-
Cristina Piras-Roberto Antonelli-Gaetano Rampin-
Giuseppe Pennese e Giovanni Vanini.

Invece nel reparto tecnico segnalerei
la Fotografia con colori accentuati di
Mario Vulpiani,le splendide
musiche dei Trans Europa Express,
che si ispirano a quelle di "Suspiria"
e le scenografie di Gianfranco Ramacci.

In conclusione un esordio dignitoso,
con una buona suspance e senso del ritmo,
che coinvolge per il giallo che il regista
costruisce con cura,anche se c'è qualche
ingenuità narrativa,però mette in piedi
un puzzle da mettere insieme e Bido,
è bravo a mischiare e rimischiare
le carte per non farti scoprire
l'assassino,e salta all'occhio
che conosce il Cinema di
Dario Argento,soprattutto per
gli omicidi come quello con la
testa del forno e la vasca da bagno,
che richiamano alla lontana "Profondo Rosso",
e va a un epilogo tragico che non ti aspetti.

Il mio voto: 6,5.

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