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Eurovision Song Contest: La storia dei Fire Saga

Regia di David Dobkin vedi scheda film

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La recensione su Eurovision Song Contest: La storia dei Fire Saga

di silviodifede
5 stelle

Commedia musicale discretamente gradevole e graziosa, che però ha una storia piuttosto canonica e che non regala momenti memorabili.

Probabilmente scottato dal flop abbastanza pesante del suo Sherlock Holmes (probabilmente il film peggio accolto della sua carriera), Will Ferrell aggiusta il tiro e sceglie un film di basso rischio forse per rimettersi in sesto o forse per carenza di idee, sceglie come spalla un'attrice magari sottovalutata ma di indubbio talento come Rachel McAdams e propone un film decisamente meno fracassone rispetto ai suoi standard, tentando anzi la strada della commedia musicale piuttosto consueta.

Sembra chiaro infatti il tentativo di addocchiare a quello spicchio di critica (e forse di pubblico, che in tempi recenti lo aveva un po' abbandonato) di bocca buona per cercare un minimo rilancio e sostanzialmente il problema del film è proprio questo: Ferrell (autore anche della sceneggiatura, insieme ad Andrew Steele) non vuole prendersi alcun rischio e sostanzialmente ci porta a un "déjà vu all over again", come avrebbe detto il mitico Yogi Berra, ovvero a una sensazione di visto e stravisto.

 

Il film è tutt'altro che malvagio, anzi la storiella è pure graziosa, ma si entra nei canoni dei film musicali e non se ne esce più: gli artisti poco apprezzati che in qualche modo riescono ad avere il proprio momento di ribalta, con l'aggiunta dell'intrinseca love story tra i due componenti del gruppo, non è certo un'idea particolarmente allettante e creativa.

Lo scenario scelto è quello dell'Eurovision Song Contest, che Will Ferrell in passato aveva seguito e dimostrato di apprezzare: e nel film si nota chiaramente il rispetto che l'ex Saturday Night Live ha per la manifestazione, un rispetto però per certi versi anche eccessivo. Da Ferrell ci si sarebbe aspettato un minimo senso dissacratorio, che manca completamente.

 

Detto di un cast di supporto perlopiù anonimo (compreso il nome pesante di Pierce Brosnan, che interpreta il padre di Ferrell e che non incide), come spesso le capita la cosa migliore del film è Rachel McAdams, un'attrice che probabilmente non ha sbagliato mai nella vita un'interpretazione: anche qui riesce a esprimere il suo talento (per quanto a cantare non sia lei, bensì la cantante svedese Molly Sanden, che in effetti ha una voce notevolissima: al contrario, Ferrell canta realmente per sé) e la sua notevolissima grazia, dimostrandosi ancora una volta attrice di rango, che probabilmente meriterebbe una notorietà anche maggiore.

 

A livello umoristico, si ridacchia nel primo terzo di film, grazie alla solita ingenuità di Will Ferrell che riesce sempre a essere simpatica e divertente, ma alla lunga il film diventa abbastanza serioso con soltanto alcuni sprazzi di ironia: in sostanza il film è anche gradevole ma senza alcun momento realmente memorabile.

 

Voto: 5

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