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Paesaggio nella nebbia

Regia di Theo Anghelopoulos vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Paesaggio nella nebbia

di Donapinto
8 stelle

Premetto fin da subito che di Theo Anghelopoulos conosco i titoli da lui diretti, ma questo e' l'unico suo film che ho visto. Lo visionai la prima volta molti anni fa e piu' di recente ho avuto la possibilita' di una seconda visione. Il piu' grande regista ellenico ci narra la storia di Voula e Alexandros, due fratellini greci rispettivamente di 11 anni lei e 6 anni lui, che prendono un treno diretto in Germania per andare a cercare il padre che non hanno mai conosciuto. Vengono sorpresi senza biglietto e portati da un loro zio. Allo spettatore viene immediatamente spiegato che non esiste alcun padre, si tratta di un'invenzione della madre dei due bambini. Ma i fratellini non demordono e ci riprovano. Durante il viaggio faranno svariati incontri e svariate esperienze. Ora tenero, ora crudele, ora drammatico, PAESAGGIO NELLA NEBBIA e' una pellicola di grande fascino visivo e poetico (guarda caso co-sceneggiato da Anghelopoulos con il poeta Tonino Guerra) che narra il viaggio iniziatico di due bambini in cerca di un'utopia (il padre che non hanno mai conosciuto e che non esiste) attraverso una Grecia non certo filmata da Anghelopoulos con l'occhio del turista. Periferie spettrali, autostrade deserte e nebbiose, squallide stazioni di servizio, si alternano a situazioni surreali come l'uomo gabbiano, oppure la nevicata che immobilizza tutte le persone tranne i due giovanissimi protagonisti o ancora un elicottero che recupera dalle acque del mare una gigantesca mano appartenuta a una statua. Momenti teneri come l'affetto e l'amore reciproco tra i due bambini e momenti tragici come lo stupro di Voula da parte di un camionista, scena che non ci viene mostrata, ma che forse e' addirittura piu' cruda e disturbante dello stupro presente in C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA. Pellicola che si presta a varie letture, non sempre facile da seguire e interpretare con tutte le sue metafore, i suoi simbolismi e le sue allegorie, ma che coinvolge fino alla fine, grazie anche ai due giovanissimi e bravissimi protagonisti. Intenso, affascinante, delicato e struggente, splendidamente fotografato. Leone d'argento a Venezia nel 1988.

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