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Li chiamarono... briganti

Regia di Pasquale Squitieri vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Li chiamarono... briganti

di sasso67
4 stelle

Il titolo è abbastanza chiaro: li chiamarono briganti perché persero la guerra, altrimenti sarebbero ricordati come patrioti o rivoluzionari. Ci sarebbe da discutere se le cose siano andate proprio come ce le racconta Squitieri, che s'inserisce in un filone tendente a rivalutare il brigantaggio meridionale, sorto come reazione all'invadenza del governo sabaudo, percepito al sud soprattutto per le sue tasse e per l'imposizione della leva militare. Una specie di movimento di liberazione nazionale, insomma. Quello che qui conta, però, è che il film è brutto e non c'è traccia del vecchio mestiere del regista napoletano, autore di qualche buon film sulla camorra e i suoi dintorni (vedasi "I guappi"). In questo film Squitieri sembra metamofosizzarsi in Renzo Martinelli e sforna un prodotto alla maniera del regista brianzolo, pieno di scene al rallentatore e recitato pessimamente, con un Enrico Lo Verso doppiato che fa anche un po' tenerezza. L'unica cosa azzeccata del film mi sembrano gli interventi canori di Lina Sastri. (4 luglio 2008)

Sulla trama

Carmine Crocco, ex garibaldino, rifiutato dalle nuove autorità italiane, viene reclutate come ufficiale da alcuni nobili legittimisti borbonici del sud d'Italia, inizialmente spalleggiati dal clero. Dopo avere preso qualche cittadina, con il suo esercito improvvisato, Crocco sarà tradito da un compagno, isolato dal resto della sua banda e verrà arrestato.

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