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Wild Wild West

Regia di Barry Sonnenfeld vedi scheda film

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La recensione su Wild Wild West

di EightAndHalf
5 stelle

Sonnenfeld: passioni segrete

Tra un Leone e un altro, nell'infanzia di un bambino, Wild Wild West sarebbe considerato una sorta di estrema bestemmia, come anche lo sarebbe considerato fra due di quei western americani a cui lo stesso film di Sonnenfeld fa il verso. Sarà pure un kolossal fracassone, ma Wild Wild West è l'inconfessabile oggetto di affetto di chiunque l'abbia visto da bambino, ne sia rimasto letteralmente esterrefatto, e poi, visto da adulto, ne abbia compreso l'essenziale mediocrità. Senza però negare che la sua mediocrità è veramente splendida: trattasi quasi di un trash ripulito, di un western d'azione quasi fantascientifico, che fa il tifo per i due eroi e mette un nemico Kenneth Branagh praticamente indimenticabile, con la sua ironia macabra e violenta, con le sue battute sarcastiche e razziste. Will Smith e Kevin Kline sono i due eroi, il braccio e il cervello, il coraggio e l'ingegno, e sapranno essersi d'aiuto l'uno con l'altro nel tentativo di sventare il piano di Branagh che è un vecchio sudista a cui sono stati amputati tutti gli arti inferiori e che vuole assumere il controllo degli Stati Uniti quasi in nome della vecchia fallimentare Confederazione. D'altronde ingegno e coraggio stanno anche dalla parte dei cattivi, e alle invenzioni geniali di Kline (Artemius Gordon) si oppongono le diavolerie colossali di Branagh, che se ne esce con un ragno metallico gigante pronto a far piazza pulita. Mentre i saloon e i treni, topoi del western tradizionale, diventano congiunture casuali di marchingegni e armi di ultima generazione, il genere stesso diviene frammentario, difforme, al servizio di una pellicola per il grande pubblico e che fa un compromesso fra l'originalità (e la capacità di osare) e la consolazione (lieto fine, manicheismo: ma altre volte non sono stati un problema) per intrattenere non sempre in maniera sagace, ma comunque all'altezza per la gioia di un bambino. Nel disperato tentativo di salvare Wild Wild West dalla mediocrità che lo contraddistingue stanno solo tre parole, "film per ragazzi", e mentre i cultori del western si arrabbiano, e gli appassionati profani magari si divertono pure, il bambino fa occhioni grandi così e fra imprese eroiche, qualche nudo qua e là (niente di scandaloso) e azione fiammeggiante, Wild Wild West fa il suo grande effetto, come giocattolone inoffensivo che non annoia (con un doppiaggio niente male), quasi nostalgico se si pensa a quanto si poteva rimanere stupefatti se si era appena più piccolini. Tra i piccoli tesori inconfessabili ha un suo ruolo fondamentale.

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