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Al posto del cuore

Regia di Robert Guédiguian vedi scheda film

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La recensione su Al posto del cuore

di FilmTv Rivista
8 stelle

Clim va a trovare in carcere Bebé, ingiustamente imprigionato da un poliziotto razzista (Bebé è nero), per dirgli che è incinta. I due si conoscono da sempre e anche i familiari sono di casa. Lo sfondo - come sempre nei film di Guédiguian: vedi, per esempio, “Marius e Jeannette” (1996) - è Marsiglia, con i suoi vicoli e i suoi panni stesi, le sue razze e le sue forti ma vitali contraddizioni. Sarà la madre della ragazza a trovare la testimone “invitata” a riconoscere Bebé e poi fuggita a Sarajevo, sua terra d’origine. La fine è lieta ma l’amaro resta in bocca. La morale sembra suggerire il seguente assioma: l’unica risposta al mondo bastardo sono i figli. Ma la militanza dell’autore va oltre, con i buoni nettamente da una parte e i cattivi dall’altra, senza paura di esagerare. Affiatata la squadra degli attori: Ariane Ascaride è la moglie del regista (nonché la protagonista di tutti i suoi film), Gérard Meylan è il suo miglior amico (nonché interprete di tutti i suoi film), Laure Raoust è una dolce e determinata Clim, Alexandre Ogou lo scultore innamorato Bebé. Si evoca Léo Ferré (attraverso “Avec le temps”) e si chiudono i pugni come in un film di Ken Loach.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 37 del 1999

Autore: Aldo Fittante

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