Regia di Tony Kaye vedi scheda film
«L'odio è una palla al piede» purtroppo però le sue vittime sono dappertutto facendo mostra del loro razzismo ed elegendosi ad etnia superiore. Questo il vero male della società statunitense e questo il taglio che ha voluto dare Tony Kaye al film. Qui non si tratta semplicemente di mostrare cos'è giusto e cos'è sbagliato ma di far riflettere su una piaga sociale che, purtroppo, è più attuale che mai.
La storia dei fratelli Vinyard è tracciata facendo largo uso di flashback che aiutano lo spettatore ad immergersi nell'atmosfera degli skinhead statunitensi, facendogli percepire al meglio l'odio e il disprezzo che questi ultimi riversano sulle "razze" inferiori. La maturazione di Derek (un magistrale Edward Norton) è ben visibile: da normale ragazzo americano dedito agli sport e allo studio, al coinvolgimento nel gruppo di Cameron (il leader del movimento ispirato al nazismo che attirerà prima Derek poi suo fratello minore Danny). I dialoghi sono costruiti molto bene e il finale della storia è stato risolto ottimamente.
Molto pertinente.
L'uso del flashback aiuta a descrivere una vicenda che, narrandola semplicemente nella sequenza temporale, avrebbe perso di efficacia e avrebbe reso il tutto banale. Ottima quindi la regia.
Convincente e credibile, un grande attore che anche questa volta ha dato una grande prova di recitazione.
Bravo.
Forse meno incisiva -a volte- rispetto al resto del cast.
Convincente, peccato però averla vista sempre in ruoli sopra le righe.
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