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Sputnik

Regia di Egor Abramenko vedi scheda film

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La recensione su Sputnik

di YellowBastard
6 stelle

Dai vari trailer e da come è stato di conseguenza sponsorizzato l’ombra dell’Alien di Ridley Scott sembrava alleggiare pesantemente in questo primo lungometraggio del russo Egor Abramenko, autore dell’acclamato corto Passenger da cui la pellicola riprende, espandendolo, lo spunto principale, in pratica un “revamp new age” di quel grande classico del 1979.  

Tale premessa invece si spegne quasi immediatamente trasformandosi piuttosto in un mistery fantascientifico o in una sorta di thriller complottista e drammatico.

 

Sputnik: arriva il remake prodotto da Matt Reeves | Cinema - BadTaste.it

 

Vincitore del Miglior Film di Fantascienza al Trieste Science + Fiction Festival successivamente alla nomination al Tribeca Film Festival e al Sitges in Spagna, con Sputnik il regista russo rielabora i topoi del genere per cercare, riuscendovi in parte, di creare qualcosa di personale o più intimista spostandosi dal fanta-horror al dramma e/o al thriller da guerra fredda (il film è ambientato nella Russia sovietica del 1983) per un’operazione comunque improntata per l’esportazione e per il mercato internazionale e, quindi, costruito a tavolino per risultare appetibile anche fuori dal mercato russo.

 

Imperfetto B Movie (il budget non supera i 2 milioni di Euro) e citazionista come solo la fantascienza riesce a fare, Sputnik presenta tutti i cliché del genere, accumulando personaggi e luoghi comuni in una rielaborazioni di grandi classici della fantascienza americana, (e che partendo da Alien arriva a.. L’Alieno di Jack Sholder e a Specie Mortale di Roger Donaldson fino a The Astronaut’s Wife di Ravich, scomodando anche La Cosa di Carpenter ma guardando anche al cine fumetto con il recente Venom di Fleischer) approcciandosi ai concept di base ma secondo una matrice più umanistica, felicemente russa, svincolandosi così da una semplice (e impropria) appropriazione culturale e che riprende estetica, con i suoi toni neutri e post industriali da periodo comunista, ma soprattutto temi dell’Arrival di Dennis Villenueve, con le sue attenzioni rivolte alla ricerca del dialogo e a una connessione emotiva estremamente fondamentale nel riuscire a comprendere davvero il mistero dell’ignoto.

 

Ecco quindi che gli sceneggiatori Oleg Malovichko e Andrei Zolotarev costruisco una protagonista femminile non in stile Ripley e ogni altro personaggio senza inscatolarlo necessariamente in un certo archetipo, senza sovvertire troppo la classica struttura protagonista/antagonista ma fornendo allo spettatore un confronto psicologico meno scontato e allargando le loro motivazioni a un livello meno superficiale.  

 

In questo senso molto importante il contributo e la convinzione di Oksana Akinshina (già protagonista in Lilja 4-ever) nel ruolo della protagonista principale come anche, nel ruolo del Comapagno Semiradov, di Fedor Bondarchuk, famoso attore moscovita ma anche regista di Attraction e Attraction 2, anche queste pellicole di fantascienza, di Pyotr Fyodarov per il cosmonauta Veshnyakov e Anton Vasilyev nel ruolo di Rigel.

 

Matt Reeves produrrà il remake di Sputnik, sci-fi di origini russe •  Universal Movies

 

Fondamentale anche la credibilità della creatura, a suo modo essenziale e iconica allo stesso tempo, creata con estro da Andery Maximov per conto della Main Road Post, società di effetti speciali di Mosca.

 

Non un film completamente riuscito, comunque, complice un tono appiattito e alla lunga abbastanza monotono come anche una conclusione affettata, con un plot twist piuttosto forzato, ma che non guastano troppo una pellicola comunque con una sua personalità e coerente con le sue intenzioni e che aspira a presentarsi come un B-Movie ma con qualche velleità d’autore.

Di questi tempi non è poco.

 

VOTO: 6

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