Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
"Da bambino mia madre mi diceva sempre di non guardare il sole fisso; ma io una volta lo volli fare..."
Cohen è un geniale matematico convinto che nella vita tutto sia esprimibile coi numeri. La sua esistenza si giustifica solo con la ricerca della formula perfetta, quella che possa decifrare tutti gli schemi: da quelli che sicuramente sono impressi nella natura a quello della Borsa valori.
Cohen non si dà tregua, nonostante o forse proprio a causa di quelle violente emicranie che lo martoriano giornalmente, e quando crede di essere giunto alla soluzione il suo supercomputer "Euclide" va in tilt e si spegne non prima di emettere una previsione borsistica (che si rivelerà azzeccata) e un misterioso numero composto di 216 cifre.
Da quel momento i tormenti di Cohen si amplificano; il suo maestro non riesce più ad aiutarlo e due organizzazioni si mettono sulle sue tracce: una che confida di trarre ricchezze da un possibile codice capace di interpretare la Borsa; l'altra invece che è convinta di poter essere aiutata a scoprire il vero nome di Dio.
Ma Cohenama ha già deciso che il fine ultimo della sfida impossibile in cui si è immerso è la pura sete di conoscenza, e non concepisce alcun altro compromesso...
La trama è sottile, ma trattata con pervicacia.
Aronofski ci presenta questa lucida ossessione fotografandola con un bianco e nero sottoesposto e molto contrastato associato a un montaggio frenetico e contornandolo con una musica elettronica che ipnotizza, così come il nostro protagonista è ipnotizzato dal suo delirio che piano piano lo porta a non riuscire più a criticare i suoi comportamenti ossessivi, rituali e claustrofobici.
Sean Gullette, l'attore protagonista, è bravissimo e convincente.
Allo spettatore non resta che abbandonarsi al fluire delle immagini, privilegiando più l'aspetto emotivo che quello narrativo.
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