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Apples

Regia di Christos Nikou vedi scheda film

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La recensione su Apples

di Kurtisonic
7 stelle

Il protagonista di Apples viene colpito da un’amnesia totale, ma nel caso andasse a mangiarsi una pizza non la fotograferebbe mai per poi inoltrare la foto ai suoi amici. Non solo perché si è dimenticato chi siano, ma perché sarebbe sicuro che basterebbe dire la parola “pizza” e chiunque capirebbe di cosa si tratta.

scena

Apples (2020): scena

Non penso sia determinante individuare una scuola cinematografica che basandosi sul lavoro di Yorgos Lanthimos stia dando vita ad un prodotto etichettabile per linguaggio stilistico o per affinità riconducibile a peculiarità appartenenti alla Grecia di oggi. Significativa invece è la compattezza, che coinvolge i nuovi autori di quell’area geografica che si sentono attratti dallo sviscerare attraverso punti di vista estremizzati, problemi e dinamiche sociali già presenti nella contemporaneità, di fronte ai quali però non c’è ancora una lucidità del pensiero comune per trasformarla in una consapevolezza più critica. Dunque non sono le visioni distopiche rappresentate in Alps(2011) o The Lobster(2015) entrambi di Lanthimos, o in questo Apples(2020) del regista classe 1984 Chrstos Nikou, ad inquietare nei confronti del futuro, ma il loro potere disturbante risiede nella visione di un’alienazione crescente all’interno della società, attraverso il deteriorante consumo dei suoi modelli feticistici. Alcuni esseri umani vengono colpiti improvvisamente da un’amnesia totale che cancella in loro ogni ricordo, la loro stessa identità. Il protocollo d’aiuto previsto dalla società comprende l’assistenza e la terapia di sostegno per costruirsi una nuova vita fatta di nuovi eventi relazionali. L’unica concessione che differenzia il protagonista è il suo gradimento nel mangiare delle mele. Per stessa ammissione del regista, il richiamo a Cecità, il best seller di Josè Saramago ha esercitato una certa influenza sulla costruzione del soggetto di Apples, e per sgombrare ogni dubbio in merito, il progetto filmico risale a molto prima del periodo pandemico attuale. Apples mette in discussione una nuova etica di vita, la possibilità di dargli un senso completamente nuovo e differente rispetto a ciò che si è stati fino a poco prima. La società futuristica e malata di Apples ha tanti punti di contatto con quella contaminata irreversibilmente dalla crisi dell’uomo moderno. Il protagonista, di cui non sapremo neanche il nome, deve fare i conti con il superamento dell’idea di morte che la società ha rimosso, così il peso della perdita diventa insopportabile, la via di salvezza non può che essere l’amnesia, la cancellazione dei ricordi e quella conseguente di sé. I simbolismi a cui la sceneggiatura ricorre sono esemplarmente azzeccati, in particolare l’uso continuo della tecnologia, che i programmatori del protocollo di recupero del soggetto impongono come lo strumento relazionale primario, e come non collegarlo alle manie e ai condizionamenti da social media in cui ricostruiamo la nostra immagine pubblica che si sostituisce a quella più autentica? Ironicamente Nikou sfodera una serie di strumentazioni analogiche ormai obsolete, che in fondo ci fanno pensare a quanto fossero ugualmente funzionali o mettendo in dubbio la loro indispensabilità in un tempo passato che ci sembra sempre più lontano. L’esecuzione degli ordini che l’uomo riceve dovrà essere documentata da fotografie, e anche qui si pensi alla realtà assoluta del predominio dell’immagine su ogni altra facoltà mnemonica sia orale che scritta. Le protagoniste occulte che tracciano il percorso del film saranno le mele, in questo caso non come oggetti seducenti per un ritorno alla condizione pre amnesia, ma elementi naturali che operano come un aggancio alla realtà interiore del personaggio. Un film denso di significati che leggono l’attualità, con un registro anti spettacolare e senza fronzoli che ci avvicina allo stato emotivo del protagonista. Come tipo di rappresentazione può risultare ripetitivo e riducibile ad una banale sensazione di cosa già vista? Magari si, per il pubblico più distratto, ma se cerchiamo ancora qualche motivo di riflessione e di contenuto aderente alla quotidianità che volutamente si cerca di ignorare, film come Apples hanno più che mai il diritto ad esistere ed a essere apprezzati.

 

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