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Apples

Regia di Christos Nikou vedi scheda film

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La recensione su Apples

di alan smithee
4 stelle

locandina

Apples (2020): locandina

VENEZIA 77 - ORIZZONTI

Una improvvisa epidemia rende le persone di colpo completamente prive di memoria, e non più in grado di ricostruire i dettagli fondamentali in grado di stabilirne l'identità.

Anche Aris, arruffato quarantenne barbuto e taciturno, ne diviene succube, ritrovandosi ad un capolinea del bus senza saper più dove era diretto, né come si chiama.

Ricoverato in un centro di cura appositamente creato per la pandemia, all'uomo viene proposto di aderire ad un progetto sperimentale tendente non tanto a fargli ritrovare l'ego perduto, posto che tale circostanza si è verificato essere impraticabile, quanto piuttosto a ricostruirsi una nuova vita, considerando che nessuno lo reclama o ne denuncia la scomparsa.

scena

Apples (2020): scena

scena

Apples (2020): scena

 

Per l'uomo, la tragica circostanza gli permetterà di riassaporare il gusto delle nuove esperienze, che si manifestano con emozioni ormai dimenticate che spaziano dall'intensità del sapore di una mela, all'emozione dell'innamoramento, trovandosi in tal modo così proteso alle nuove esperienze, da rimaner quasi deluso quando qualche indizio di guarigione gli si presenta alle porte, riportandolo verso le responsabilità della vita precedente.

Al suo film d'esordio, Christou Nikous, regista greco già collaboratore di Lanthimos, si fa trascinare, e dunque anche condizionare, dallo stile estremo e maledetto, esasperato e cupo della corrente disfattista e pessimista greca che con Lanthimos ha dato vita ad una vera e propria corrente cinematografica autoctona, fertile di titoli ed autori spesso davvero dotati, impegnati con storie dai contorni estremi e nella descrizione di derive psicofisiche senza ritorno.

Aris Servetalis

Apples (2020): Aris Servetalis

scena

Apples (2020): scena

 

Un marchio di fabbrica interessante e promettente, che tuttavia non sortisce qui gli effetti di altre lodate opere del filone: in questo contesto probabilmente il discorso e la deriva che ne consegue, appaiono troppo meccaniche, già un pò logore, succubi di manie vintage e manierate stucchevolezze stilistiche, come la scelta imposta dal centro di recupero smemorati di filmare le azioni a cui si dedicano i pazienti, attraverso incongrue vecchie Polaroid, nell'epoca digitale per eccellenza in cui gli smartphone sono disponibili ad ogni tipo e fascia di utente.

E se risulta intrigante la circostanza di trattare un argomento tanto attuale come quello della pandemia e delle sue conseguenze sulle sorti ed atteggiamenti delle singole genti, il risultato alla fine delude le aspettative, restando più teorico e manierato, che realmente intrigante ed allarmante.

scena

Apples (2020): scena

 

scena

Apples (2020): scena

Complici anche situazioni fastidiose come azioni convulse, incidenti di macchina incongrui (con clacson perennemente spiegato senza motivo, solo per il piacere di urtare i nervi dello spettatore), musica ad effetto piuttosto ruffiana, utilizzo di gestualità irritanti come il taglio molesto delle famose mele del titolo, che davvero poco hanno a che fare con la tematica centrale della vicenda.

Insomma un film più intrigante, che realmente riuscito.

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