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La figlia di Frankenstein

Regia di Richard E. Cunha vedi scheda film

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La recensione su La figlia di Frankenstein

di Stefano L
4 stelle

Film Review: Frankenstein's Daughter (1958) | HNN

 

La società Layton Films del mestierante Dick Cunha è stata fondata con lo scopo di pubblicare una decina di lungometraggi distribuiti dalla Astor Pictures, a partire dal low-budget “Frankenstein's Daughter”. Girato presso gli Screencraft Studios di Hollywood, questo b-movie racconta degli esperimenti dello scienziato Carter Morgan (Felix Maurice Locher) e il suo viscido assistente Oliver Frank (Donald Murphy). Morgan, il cui laboratorio si trova nella stessa abitazione della nipote Trudy Morton (Sandra Knight), vuole di creare un siero benefico. Il vero obiettivo di Frank però è più controverso e per ottenere la sostanza chimica di cui ha bisogno usufruisce dell'aiuto delittuoso del giardiniere Elsu (Wolfe Barzell). Sembra infatti che il perfido collaboratore stia segretamente assemblando “l’essere perfetto”, e abbia frequentemente bisogno di cadaveri “freschi”. Nel frattempo Trudy è soggetta a terrificanti mutamenti (dalle sembianze… feline): solo un sogno o sta effettivamente accadendo qualcosa di terribile? Anche se la trama dà l’impressione di svolgersi in maniera articolata in realtà appare molto meno complessa di quello che lascia intuire, diluendosi in un parapiglia ripetitivo di omicidi maldestri, balli rock and roll giovanili e squarci teen banali. Cunha sfrutta i cambiamenti della messa a fuoco e delle ombre così da da far risaltare la sagoma del mostro nelle parti topiche ed il risultato genera “un'atmosfera claustrofobica a buon mercato” che oltretutto espleta una feralità inusuale nell’ambito delle produzioni horror anni ’50 (si vedono pezzi di corpo lacerati e sangue schizzante; tutto comunque reso sopportabile), ma una creatura che dinoccola a passo di lumaca colpendo impacciatamente le vittime (pare che utilizzi colpi di karate), garrendo versi da troglodita e sfoggiando un make-up pacchiano (a proposito, il truccatore non aveva capito che doveva rappresentare una figura femminile, incredibile..), di sicuro non sciorina una paura percepibile (l’allure ingessata di Harry Wilson semplicemente non funziona); anzi, porta alla sonnolenza. Tra le interpretazioni degno di nota Murphy, il quale conferisce un discreto spessore al personaggio, mentre il cast rimanente non si erge dalla mediocrità, compresa la Knight.

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