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Taxi girl

Regia di Michele Massimo Tarantini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Taxi girl

di Dik
3 stelle

Appena il tempo di mettersi comodi alla visone e ci troviamo Edwige Fenech in camporella e, subito dopo, alla guida del suo taxi, tette al vento, a tutta velocità per le strade di Roma; un buon ritmo e, come contorno, un piacevole ed inusuale accento romanesco (l'attrice, nella parte di Marcella, è doppiata da Vittoria Febbi).

Ma ci vogliono meno di dieci minuti per capire che Luciano Martino e Francesco Milizia si erano già bruciati tutte le buone idee. La pellicola prosegue in modo piatto e scontato e se le intenzioni erano quelle di prendersi gioco dei "poliziotteschi", all'epoca genere particolarmente in auge (come le commedie sexy), il risultato è un filmetto innocuo, frutto di una sceneggiatura (di Milizia e del regista) confusa e che va avanti per tentativi; ci propina quindici noiosissimi minuti di inseguimenti in auto (mal girati) e si inventa un finale che lascia di pietra, talmente assurdo che Enzo Liberti (Vincenzo Liberti, nella parte del padre di Marcella) si rifiutò categoricamente di prendervi parte.

Riguardo agli interpreti, la Fenech, di una bellezza che lascia interdetti, dopo l'exploit iniziale, si uniforma alla mediocrità del prodotto. Cannavale (il commissario Angelini) senza una buona spalla al fianco è poca cosa, Vitali e D'Angelo (rispettivamente nella parte di Alvaro ed Isidoro) sono nelle retrovie, colpevolmente poco utilizzati, mentre Hilton (Jorge Hill Acosta y Lara, nei panni di Ramon) e Gammino (Walter) sono troppo istrionici per risultare credibili. Trattamento fin irriguardoso per Diogene (lo sceicco Abdul Lala), costretto ad interpretare una sorta di Trimalcione mediorientale che parla con la voce di Ollio, mentre qualche risata la strappano Maccione (Adone Adonis) e Rizzo (Rocco), ma la ripetitività delle battute stanca presto.

Girato a Roma.

 

 

Musiche dei Pulsar Music LTD., ovvero il duo Enrico Pieranunzi e Silvano Chimenti, autori anche dell'omonima canzone che apre e chiude la pellicola.

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