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El practicante

Regia di Carles Torras vedi scheda film

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La recensione su El practicante

di Furetto60
7 stelle

Thriller psicologico, non male. Molte analogie con "luna di fiele" di Roman Pola?ski

Angel Hernandez è un infermiere, freddo e scostante che convive con la sua ragazza Vane, della quale è molto geloso. Scorretto con i pazienti, ai quali spesso sottrae oggetti o denaro, è un individuo abbietto ed egoista. Lui e Vanne da tempo stanno cercando di avere un bambino. In realtà la causa è la sterilità di Angel che però tiene nascosta alla fidanzata. Un giorno, mentre sta trasportando un paziente ferito in ospedale, l’ambulanza, guidata dal collega Ricardo, ha un brutto incidente. Angel rimane paralizzato dalla vita in giù e costretto su una sedia a rotelle, la sua salute mentale , già fortemente compromessa, comincia a vacillare ulteriormente, monta l’odio per Ricardo cui attribuisce la responsabilità del suo stato, Angel già molto possessivo, sviluppa un'insana ossessione per Vane. L'unica persona con la quale sembra instaurare un rapporto "sano" è Sandra la fisioterapista che ne cura la riabilitazione e che è l'unica a trattarlo con umana schiettezza. Angel e Vanne provano a fare sesso, ma inutilmente, a causa della sua disabilità, cosi dopo il vano tentativo, Angel urla inferocito tutta la sua rabbia. Mentre sta facendo la doccia, Vane scopre dal suo laptop, che Angel con un app le ha hackerato lo smartphone e la sta spiando. Indignata, fa le valigie e se ne va. Angel ormai dipendente da antidolorifici e antidepressivi, non  accetta la separazione ed escogita un'inquietante vendetta, soprattutto dopo che ha scoperto che Vane ha una relazione con Ricardo. Dopo aver ucciso il cane del vicino, infastidito dal suo latrato, ed essersi procurato abbondanti dosi di morfina ed anestetico, incontra Vane, e la persuade ad accompagnarlo a casa per restituirle le sue cose e il passaporto. La finta gentilezza nasconde una trappola: la ragazza viene narcotizzata con gli anestetici e un'epidurale, quindi legata alla spalliera del letto e ridotta alla stessa condizione del suo aguzzino, e poi tenuta segregata in una ala periferica della casa. Angel divorato dalla paranoia, organizza per Vane un inferno di vendetta: ritenendo di avere il diritto di controllare tutto ciò che fa. La disabilità che lo ha lasciato immobile dalla vita in giù, non è altro che un catalizzatore che accentua e fa emergere ciò che Angel ha già dentro, una psiche profondamente malata, una sindrome psicopatologica, di delirio e di gelosia. Rapita e vessata, Vane è costretta ad una convivenza forzata con il suo carnefice e nella sua stessa situazione: impossibilitata ad usare gli arti inferiori, la sopravvivenza di Vane e del bambino che ha in grembo sono a rischio: la donna raccoglie tutte le sue forze e simula una riconciliazione con il suo aguzzino, accettando la cena romantica che ha cucinato. Angel, che nel frattempo ha ucciso il vicino venuto a chiedere spiegazioni e poi a seguire anche Ricardo, ormai in preda al suo delirio psicotico, regala a Vane un anello di fidanzamento e vagheggia di un possibile loro futuro insieme. Vane si chiude in bagno, prende un tagliaunghie dall'armadietto e riesce a slegarsi mani e piedi. Con la forza della disperazione, apre la porta e tenta la fuga: raggiunta sul pianerottolo dell'appartamento da Angel, la ragazza infila un cacciavite tra volto e mani dell'ex e lo getta giù per le scale. nella scena successiva ritroviamo in ospedale Angel, che appare ora completamente paralizzato, Vane invece, incinta e guarita. “Sei felice di vedermi? A partire da adesso, sarò io ad occuparmi di te", gli sussurra all'orecchio mentre lo conduce fuori dalla struttura. È soltanto l'inizio di una "rivincita" appena iniziata e che promette di essere molto crudele. Carles Torras torna a raccontare la spirale discendente nella psicopatia di un personaggio ripugnante, un manipolatore guidato da invidia, rabbia e frustrazione. L'obiettivo di Torras peraltro centrato, è stato quello di realizzare un thriller teso e vibrante, ispirandosi al maestro Roman Polanski, basti pensare a “luna di file” per individuare le analogie, l’obbiettivo è scandagliare la mente malata, di un perverso narcisista che "usa il disprezzo e l'umiliazione per degradare l'altro", Torras si è avvalso della consulenza di un gruppo di psicologi e ha cercato di ricreare in maniera fedele i comportamenti di individui tendenti a questa patologia :persone che cercano di isolarti e separarti dai tuoi cari per controllarti e manipolarti meglio, di solito attraverso un ricatto emotivo. Provano un senso di superiorità e si sentono soddisfatti solo quando le loro vittime designate, sono alla loro mercé. Agiscono per nutrire il loro ego, provano a distruggere gli altri psicologicamente per sentirsi superiori. Se riescono a condizionare, si comportano come predatori senza rimorsi, non si preoccupano delle conseguenze delle loro azioni, ma vengono gratificati dalla loro posizione di supremazia. La disabilità trova terreno fertile nella mente bacata di Angel e genera in lui una rabbia sorda, che non è in grado di metabolizzare e finisce, per alimentare morbosi sentimenti di gelosia possessività. Come sostiene il regista uno psicopatico vuole solo vincere sempre, non accetta mai la sconfitta, non solo, ma non tollera alcuna dipendenza, al contrario vuole imporre dipendenza, ma per paradosso Angel si ritrova in una sgradevole posizione di dipendenza fisica e Vane in una dipendenza psicologica. Angel è un paramedico, ma non solidarizza con le vittime anzi è assolutamente insensibile al dolore altrui, perché gli psicopatici non provano empatia "non si identificano affatto con le sofferenze altrui". Il bel thriller psicologico non è solo la storia di un uomo disturbato e paralizzato che perde la testa e impazzisce, ma è anche e soprattutto la parabola di una donna che non accetta il destino di vittima e in un percorso irto di ostacoli, lotta strenuamente per la sua liberazione e finisce per sottrarre il comando al suo carnefice e distruggerlo. Buon film

 

 

 

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