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Beastie Boys Story

Regia di Spike Jonze vedi scheda film

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La recensione su Beastie Boys Story

di mm40
4 stelle

La storia dei Beastie boys raccontata dai due terzi sopravvissuti della band, Adam Horovitz e Mark Diamond.

Se apprezzate i Beastie boys perché sono dei simpatici cazzoni, dei provocatori spesso molto raffinati, degli artisti impegnati che nel disimpegno trovano la loro dimensione ideale, ecco: non guardate – non fatelo mai – questo film. Il documentario sulla storia della band, diretto dall’amico Spike Jonze e condotto dai due membri superstiti della band, Mike D e Ad-Rock, è infatti una sequela di scuse superflue (e mai richieste) e di autoflagellazioni da parte dei due musicisti, a loro dire colpevoli di avere assecondato la loro vena goliardica giovanile in maniera eccessiva. Ma di offensivo c’è solamente il tono ipocrita (che ammettono gli stessi Mike e Adam, quasi vantandosene) usato per raccontare la storia di una delle più grandi band della storia del Rap e non solo, capace di vendere milioni di dischi con brani che uniscono contenuti e spensieratezza. Volendo tirare le somme allo scioglimento del gruppo (dopo la morte del terzo componente, Adam Yauch), i Beastie boys ancora in vita cancellano completamente la seconda e puntano a ingigantire i primi: così non va, la presa in giro è evidente e fastidiosa. Allo stesso modo è piuttosto discutibile la scelta di fermare il racconto all’uscita di Hello Nasty (1998), ovverosia a 12 anni dal debutto con Licensed to ill (1986) e a 14 ( e altri 3 album, mai neppure nominati!) dallo scioglimento, nel 2012: in questa ‘storia’ manca la maggior parte della storia della band, se non altro dal punto di vista quantitativo. Il racconto, per il resto, funziona benissimo e affronta momenti trascinanti, esaltanti e perfino commoventi; lo hanno messo in scena Mike D e Ad-Rock in forma di monologo teatrale a due voci per tre sere di fila, dalle quali Jonze ha ricavato il montaggio finale del documentario. Ospiti d’onore, nel finale, Ben Stiller, David Cross e Steve Buscemi. 4,5/10.

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