Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Vent'anni dopo aver terminato il servizio di leva, cinque quarantenni vengono richiamati alla vita militare per partecipare ad un importante corso di aggiornamento. Tra scherzi goliardici, lotte di classe, vecchi rancori, nuove grane e tanta nostalgia, saranno quaranta giorni che cambieranno a (quasi) tutti la vita.
Un Luciano Salce in tono minore dirige uno dei suoi film meno riusciti; irriconoscibile, anonimo e senza ispirazione, lontano dai suoi lavori migliori. La sceneggiatura di Augusto Caminito e del regista, palesemente condizionata da un soggetto [di Teodoro Corrà (Teodoro Agrimi) e dello stesso Caminito] modesto e piuttosto assurdo, strizza l'occhio ad "Amici miei" (1975) di Mario Monicelli ed alle varie "soldatesse" in voga nel periodo, in bilico, quindi, tra commedia malinconica e ricercata da una parte e farsaccia scollacciata e pruriginosa dall'altra. Il problema è che la pellicola risulta troppo grezza per elevarsi e poco comica per rientrare nei canoni della commedia sexy.
Neppure un cast di prim'ordine riesce a risollevare questo ibrido che, tra alti e bassi, tira la corda per quasi due ore; anch'essi si uniformano ad uno standard piuttosto basso, tanto che alcuni caratteristi, in ruoli secondari, risultano talvolta più incisivi.
E se un grande come Montagnani, già più defilato rispetto al quartetto Giuffré-Maccione-Lionello-Satta Flores, subisce lo sguardo tagliente della brava (e bella) Dionisio, allora significa proprio che questo film si è perso qualcosa per strada.
La caserma in cui si svolge buona parte della pellicola... non è una caserma ma è il "Borgo Ragazzi Don Bosco" di Roma riadattato per esigenze sceniche, mentre gli esterni sono stati girati quasi totalmente a Bracciano (RM).
Musiche di Piero Piccioni.
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