Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Dopo la parentrsi autoriale di “Honkytonk Man”, torna Eastwood a vestire i panni dell'ispettore Harry Callaghan in un film che sebbene ben confezionato apporta davvero ben poco a quanto già detto nei primi capitoli della serie.
Curiosa la vita da cineasta: dopo i fasti degli anni '70 Clint Eastwood aveva cercato a inizio anni '80 di affrancarsi dallo sterotipo a cui il suo nome veniva ormai associato dal pubblico, realizzando lo struggente e bellissimo “Honkytonk Man”. Per sua sfortuna il pubblico non sembrò gradire ed ecco che per restare a galla Eastwood decise non soltanto di tornare ad indossare i panni di Harry Callaghan, ma addirittura di dirigere lui stesso questa quarta consegna della serie. Ne venne fuori un prodotto indiscutibilmente ben confezionato sotto tutti i punti di vista, dove ritmo e tensione non vengono mai meno ma che, in ultima analisi, nulla di nuovo apporta a una serie che aveva già detto tutto quel che aveva da dire nei primi due capitoli. In ogni caso il pubblico premiò il ritorno di Eastwood a... lo stereotipo di cui sopra, e il film chiuse la stagione al settimo posto assoluto del Box Office USA raggranellando la ragguardevole cifra di 67 milioni di dollari. Da notare che il titolo italiano è ripreso da una frase che Harry pronuncia ad inizio film durante la rapina a mano armata con ostaggi, solo che nella versione originale tale frase era “Go ahead, make my day” e non “Go ahead, let me kill you”. Altra piccola curiosità, verso il minuto 30 della pellicola, nella scena in cui l'amico di colore di Harry arriva a fargli visita in campagna, questi apre lo sportello della macchina e nel contorno cromato dello specchietto si distingue chiaramente il cameraman. Errore piuttosto grossolano per uno esperto come Eastwood.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta