TRIESTE SCIENCE + FICTION FESTIVAL 2020
Un brillante architetto, caduto in stato di coma dopo un grave incidente, si risveglia dal torpore in cui era costretto, ritrovandosi in un mondo regolato da leggi della fisica stravolte, in cui la realtà appare in uno stato più artificioso ed avveniristico, entro cui gravità e direzioni hanno perso i loro limiti, dando vita ad una realtà che pare un sogno delirante ad occhi aperti, simile ad una sorta di labirinto contorto ed affascinante.
Si scoprirà che quel mondo è frutto del lavoro di menti elette, che hanno trasformato in realtà il lavoro che regola i processi mentali di ognuno.
Il pericolo più imminente da affrontare è rappresentato dalla presenza delle spietate Mietitrici, entità ancor più incorporee ma dai dai poteri disgreganti e micidiali, in grado di incenerire quella già particolare realtà effimera e dalle apparenze fragili, oltre che virtuali e teoriche.
Coma sonda percorsi affascinanti in cui è consigliabile perdersi senza arrovellarsi più di tanto sui complotti della mente che si fondano sui suoi incastri narrativi.
La regia calibrata ed attenta del russo Nikita Argunov riesce a conferire al prodotto senz'altro ambizioso e girato con perizia, l'aura da blockbuster solido e ben strutturato, e la sua prima parte risulta in grado di regalare allo spettatore un certo grado di coinvolgimento.
Poi, anche a causa di una materia un po' troppo evanescente e sin eccessivamente libera da schemi, il discorso che guarda un po' all'Inception di Nolan, senza peraltro riuscirne a carpire a fondo il fascino della complessità, si rivela un po' ripetitivo, ed il film diventa davvero pesante e artificioso, troppo in balia di situazioni fuori da ogni controllo che rendono troppo astratta la materia, sviando molto l'interesse per ogni soluzione possibile.
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