Regia di Tyler Perry vedi scheda film
Uno di quei film che ti fa chiedere il perchè è stato girato,poteva (e doveva)essere di piu',ma il tutto si ferma ad un susseguirsi di eventi senza passione ed emozione,un ammasso di retorica e banalità.
Poteva e doveva essere di piu',questa sorta di legal-thriller girato da Tyler Perry che qui si ritaglia una particina, interpretando il capo dell'avvocatessa protagonista. Un film targato Netflix ,il che meraviglia se pensiamo che tutte le opere (o quasi) prodotte dal gigante dello streaming sono film di qualità.
Perry descrive un giallo completamente "All Black" ,affidandosi ad un cast di colore il regista parla della vicenda giudiziaria di Grace Watson,donna di mezz'età con un matrimonio fallito alle spalle che si rifà una vita accanto ad un aitante giovane.Il nuovo amore è per la donna un iniezione di vitalità che durerà poco,in quanto il nuovo marito, un sedicente fotografo si rivelerà un criminale che le distruggerà l'esistenza,con la donna che finisce dietro le sbarre per un presunto omicidio. A difenderla una giovane e inadeguata avvocatessa d'ufficio che inizialmente è scettica sulla sua innocenza...
Fin qui tutto bene verrebbe da dire, esiste una trama e potrebbe esistere anche un buon film,dove poteva convergere un intreccio passionale-criminale dalle mille sfumature. Ma tutto si ferma in piena superficie, supportato da un incessante e logorroico tema musicale come accompagnamento della voce off della protagonista.
Un idea sonora che risulta fallimentare per l'incedere che toglie nerbo alla storia,rendendola banale e paratelevisiva. Quello che balza all'occhio è una sorta di povertà d'idee nella sceneggiatura, ma sopratutto nella direzione attoriale che risulta scialba e senza pathos.L'unica a rendere la pellicola piu' accativante è l'attrice Philicia Rashed,gia' vista nella saga di "Creed" nei panni della vedova di Apollo Creed. Nei panni di una mefistofelica truffatrice, nonchè "amica del cuore" della povera Grace,la sua prova fatta di sguardi e oscura pacatezza rende piu' interessante il film.
Aldilà di questa piccola nota positiva,il resto risulta molto televisivo, dall'impianto scenico,sino a delle frettolose scelte registiche che sembrano volersi liberare a tutti costi dell'intreccio filmico.Perry doveva sicuramente costruire qualcosa di piu', considerando che la storia era ricca di congetture e anche riflessioni.
Purtroppo il tutto si ferma ad una messinscena statica e quasi rassegnata, l'arringa difensiva interpetata da Bresha Webb,avvocatessa d'ufficio di Grace è priva di grinta, quasi una recita parlata e non sentita.
Se la prima parte è concentrata sui tumulti ormonali della donna alle prese con un giovane amore,con tutti i suoi crismi che qui risultano adolescenziali, chiamando in causa le figura dell'amica del cuore" menzionata prima, la seconda parte cerca di sviluppare un intreccio alla "Perry Mason" o alla "Csi" che purtroppo soffre di una mancata scrittura, il che abbassa la vicenda ad un livello mediocre e semplicistico.
Un vero peccato perchè nel complesso il soggetto risulta avvincente su tutti i fronti,il problema è semmai in un parterre attoriale (tra cui lo stesso regista) senza alchimie e senza pathos.Un legal thriller che dunque non funziona e che poteva affondare meglio le sue tematiche,qui molto retoriche e banali,la colpa della regia è sicuramente nell'aver lasciato al caso molte soluzioni,con un finale quasi grottesco se si considera la svolta finale.Mi sarebbe piaciuto vedere una storia così in delle mani piu' "esperte" ,senz'altro avremmo visto un altro film.
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