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Minari

Regia di Lee Isaac Chung vedi scheda film

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La recensione su Minari

di tobanis
5 stelle

Avevo parecchie attese, in gran parte deluse. Lo ritengo un film come tanti.

Di tutti i film coreani, giapponesi, cinesi e orientali che ho visto ultimamente, questo mi è parso il meno convincente, il più deludente. L’ho visto perché fece parte delle nomination agli Oscar per il migliore film (?), dopo avere pure vinto il Golden Globe per il migliore film straniero. E’ in realtà una produzione statunitense (sarà colpa loro?), con alla regia un americano di origini coreane che non conosco e che evidentemente ha messo la sua storia nel film. Purtroppo la “colpa” è sua. Passi per la regia, ma la sceneggiatura che racconta la sua vita l’ho trovata noiosa, spesso antipatica e poco interessante. Cosa abbiamo. Una coppia di coreani trapiantati in USA, lei una bella tipa (ottima l’attrice), lui che vive di sogni e di conseguenti continui smacchi. Si improvvisa agricoltore in terra di uragani, con esiti pessimi (poi non è dato sapere come finirà). Hanno due figli, una ragazzina e il piccolo, a cui non facciamo mancare una malattia del cuore, per suscitare un po’ di pietismo, che negli USA è un must. Arriva poi la vecchia rincoglionita a stare da loro, la madre di lei: sboccata, senza Dio, un attimino pure cretina e alla fine terribile porta sfighe e disgrazie, mandando sul lastrico la famigliola che aveva appena messo assieme i pezzi, a un passo dal divorzio. Fine. Il film finisce, ma nella scena finale vanno a raccogliere questo minari, padre e figlio, una specie di erba jolly, un prezzemolo coreano buono per tutte le occasioni.

Ma che cavolo (italiano). La vecchiarda (l’attrice) ha poi vinto l’Oscar per la migliore attrice non protagonista, per motivi secondo me non facilmente intuibili. Film d’essai, va detto che ha convinto molta critica ed è piaciuto molto al pubblico. Molto meno solo a me, che darò un 5/6, consigliando di lasciare stare questo perché di Estremo Oriente, se proprio, c’è molto meglio, in giro.

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