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Banditi a Orgosolo

Regia di Vittorio De Seta vedi scheda film

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La recensione su Banditi a Orgosolo

di tafo
10 stelle

" Egli era oggettivo senza rimorso e senza remissione, come lo sono tutti coloro che vivono nelle terre del sole " ( D.H.Lawrence, Giovanni Verga:1937)

L'unica parola spendibile per questo film è quella di capolavoro. Non c'è altra qualifica possibile per un opera che nemmeno si fà sfiorare dai limiti retorico-bozzettistici di molto cinema italiano. Il neorealismo di  De Seta è l'osservazione viva e vera di un mondo meridionale per quello che è nell'esatto momento in cui viene ripreso, è il miracolo della realtà che diventa cinema e non viceversa.  Cinema con pochissimi termini di paragone nel voler far coincidere l'etica e l'estetica del mondo preindustriale constatandone la persistenza senza indicare soluzioni o innovazioni politiche e sociali che potessero riscattare quel mondo. In quello stesso anno Pasolini cominciava le sue profezie cinematografiche e l'anno prima Visconti aveva indicato la via del progresso nel futuro urbano e operaio, di uno dei fratelli di Rocco, fatto di più diritti e più doveri ma De Seta era un altra cosa. I pastori sardi sono come i vinti di Verga, non si fidano dello stato, non si possono fidare di qualcosa di astratto e oppressivo, le loro leggi sono immutate e immutabili da secoli, tutto quello che hanno se lo sono guadagnato con il duro e personale lavoro. il tempo non è lineare è ciclico, lo spazio è naturale è sempre ostile, da affrontare da soli con fatalismo e rassegnazione. L'unica speranza può essere quella di  fregare qualcun'altro, di diventare bandito più per disperazione che per vocazione. Prima che questo mondo entri nella storia in senso marxista  e i pastori diventino operai- emigrati, e prima che il confine labile tra l'essere pastori o banditi favorisca le culture mafiose, c'è la latitanza dello stato, c'è la questione meridionale, ma c'è soprattutto un film intenso, poetico in cui accetti anche la nazionalità della lingua perchè la regionalità è intellettuale e orografica.

Su Michele Cossu

ma sbaglio o è doppiato da gian maria volontè?

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