Regia di Florian Zeller vedi scheda film
Premetto che l'ho visto in un'arena estiva e purtroppo mi sono anche dovuta spostare perché è venuto a piovere (!), quindi ho cercato di afferrare il più possibile degli scambi di identità operati dalla mente di Anthony, malato di Alzheimer. La recitazione di Hopkins è magistrale e teatrale (così come gli si addice, visti i suoi esordi di attore); in pratica magnetizza l'attenzione e fa quasi "scomparire" i personaggi a lui vicini come la figlia Anne. Il momento in cui l'uomo adagia la testa sulle spalle dell'infermiera e "si arrende" all'idea di essere diventato figlio e non più padre della figlia vera è uno dei più toccanti che abbia mai visto al cinema da anni a questa parte e vale da solo il prezzo della visione. Chapeau. Inizialmente costruito come un (falso) thriller per disorientare lo spettatore, si svela infine come una delle rappresentazioni più belle ed empatiche della mente di un malato di denenza senile fatte al cinema e non a caso il regista è al debutto assoluto dietro la cinepresa, venendo dal teatro. Il ritmo del film è decisamente lento ma la sceneggiatura funziona ...Fino all'ultimo restiamo in dubbio sull'identità dei personaggi attorno al protagonista. Brava Imogen Poots, che interpreta l'infermiera.
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