Regia di Bille August vedi scheda film
Bille August è l’anima soporifera, convenzionale, scipita del cinema danese. È l’unico ad aver vinto, senza merito e per ben due volte, a Cannes. Ha la furbizia di dissimulare il suo spento talento, nascondendosi, quando può, dietro i cosiddetti cast internazionali e sotto le trame forti. Il formidabile dispositivo romanzesco di Victor Hugo, con il suo intreccio fluviale e i suoi straordinari personaggi, diventa un vecchio album di figurine, annegate in una luce con il marchio del cinema d’autore. Dispendio di carrozze, comparse, costumi, rielaborazioni scenografiche (Parigi ricostruita a Praga), di lampioni e di ambienti. Le aporie morali, l’atmosfera e i protagonisti mélo, il dettaglio delle descrizioni, le ossessioni restano, salve, nelle pagine dello scrittore. Gli attori, se si esclude Geoffrey Rush-Javert, sono tutti fuori parte. In modo esemplare.
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