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Quando la città dorme

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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La recensione su Quando la città dorme

di Baliverna
6 stelle

Secondo me non è tra i migliori film di Fritz Lang. Non è brutto, ma è lontano dai suoi capolavori americani. L'impressione che ha dato a me fin da subito è stato come di un leggero senso di stanchezza, che pervade tutta la vicenda. Nonostante la trama sia basata sulla ricerca di un maniaco assassino e sulla spietata rincorsa al posto di direttore generale di un quotidiano, non c'è mai della vera tensione.
Per il resto è un film molto pessimista, di un pessimismo lieve ma tagliente. I tre uomini che agognano al posto di direttore si fanno una guerra senza esclusione di colpi e, ciò che è peggio, si servono all'uopo cinicamente delle loro donne. Le istigano persino ad essere disponibili con coloro ai quali vogliono carpire informazioni e notizie scandalsitiche. E la stampa, appunto, ci fa una figura ancora peggiore. Essa sfrutta le notizie più morbose, di omicidi e di perversioni, e le monta come la panna dove non fossero abbastanza scandalose.
I personaggi sono diversi, ma il protagonista è forse Dana Andrews, che però è lontano dalla dirittura morale di molti dei suoi personaggi di altre pellicole. Oltre a bere troppo, anche lui brama di diventare direttore e si spinge fino a usare la sua fidanzata come esca per far uscire l'assassino allo scoperto. Certo, vuole farlo arrestare prima che colpisca, ma il suo piano è comunque molto vile. Quest'elemento mi ricorda "Il mostro di Magendorf", e il film in generale "Girolimoni, il mostro di Roma".
Infine abbiamo il personaggio dell'assassino, individuo decisamente odioso, che come altri assassini seriali è cocco di mamma sua. E' la madre col suo essere iperprotettiva e possessiva ad averlo reso quello che è. Dall'altro lato, però, ella non gli ha mai fatto mistero che avrebbe voluto una femmina, sconquassando in tal modo la psiche e il modo di rapportarsi alle donne del ragazzo.
Il lieto fine è in realtà, secondo me, molto ambiguo e assai poco lieto.
In generale è un film che si lascia guardare volentieri, ma lontano da quelli che mi hanno fatto appassionare a Fritz Lang. So che ad altri piace molto, ma per me è così.

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