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Divorzio a Las Vegas

Regia di Umberto Carteni vedi scheda film

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La recensione su Divorzio a Las Vegas

di mm40
2 stelle

Una donna vuole sposarsi, ma per legge prima deve divorziare dallo sconosciuto che sposò a Las Vegas, per scherzo, da ragazzina. Lo rintraccia e torna con lui in Nevada, dove ovviamente lungi dal divorziare da lui, se ne innamorerà, ricambiata.

Che cosa si può dire di buono di un film tanto scialbo e senza argomenti, se non che di sicuro le buone intenzioni ci sono tutte? Che poi non si siano tradotte in un lavoro memorabile o quantomeno apprezzabile senza sbadigliare a ripetizione, è un altro dato di fatto, e peccato davvero. Il cinema italiano del 2020 è questo, prendere o lasciare, e quanto più sconforta è apprendere che questa è la commedia italiana di questi anni, il genere nel quale il Belpaese ha rappresentato un’eccellenza per tanto tempo. L’idea di partenza della sceneggiatura (Alessandro Pondi, Paolo Logli, Riccardo Irrera) è interessante, se stiamo parlando di un cortometraggio o di uno sketch; trascinata per quasi cento minuti di durata, com’è evidente, non solo perde il suo naturale mordente, ma finisce persino per annoiare – anche perché si capisce abbastanza in fretta dove la storia voglia andare a parare, come finirà e con quale morale insulsa (il vero amore è davvero questo? No: questo è opportunismo, scegliere di non scegliere, accontentarsi del caso). Ciò che più dispiace poi è ritrovare dietro la macchina da presa Umberto Carteni, già assistente di Tornatore e Del Monte (tra gli altri) e autore di un validissimo debutto con Diverso da chi?, nel 2009; d’altronde già alla sua opera seconda il Nostro aveva nettamente virato verso il cinema alimentare (Studio illegale, 2013) e, sette anni più tardi, questa è la sua terza regia, che non segna alcun progresso rispetto al precedente titolo, anzi forse mostra ancor meno ambizioni e argomenti. Neppure il casting brilla per fantasia: Andrea Delogu (la bella), Giampaolo Morelli (il bello), Ricky Memphis (l’amico scemotto), Gianmarco Tognazzi (il riccastro) e Vincent Riotta occupano i ruoli centrali. 2/10.

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