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Le parole che non ti ho detto

Regia di Luis Mandoki vedi scheda film

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La recensione su Le parole che non ti ho detto

di GIANNISV66
8 stelle

Il sentimento di desolante solitudine provocato dalla perdita di chi rappresenta lo scopo della propria vita affidato ad un messaggio in una bottiglia; come facevano, secondo le leggende marinare, i naufraghi per crearsi una possibilità di salvezza.

E la scomparsa della persona amata può davvero far sentire che ne è colpito come un naufrago, alla disperata ricerca di qualcosa cui attaccarsi nella speranza di trovare poi la via per un ritorno alla vita.

 

La parole che non ti ho detto, diretto da Luis Mandoki, partendo da un romanzo di Nicholas Sparks, racconta una storia basata proprio su questi presupposti: il dolore di chi si sente tradito da un destino amaro porta a sentirsi naufraghi nella vita e quando la vita diventa un mare freddo e ostile, allora non resta che affidare la propria speranza ad un messaggio chiuso in una bottiglia.

Garrett Blake, in seguito alla perdita dell'amatissima moglie Catherine a causa di una malattia, conduce una vita solitaria ad Outer Banks, un piccolo centro costiero della Carolina del Nord. Chiuso nel suo dolore, vive per il suo lavoro di carpentiere esperto in imbarcazioni insieme al padre Dodge, che cerca invano di scuotere il figlio dal grigiore in cui si è rinchiuso.
Il dolore di Garrett sembra trovare concretezza in un messaggio scritto e chiuso in una bottiglia destinato però a perdersi fra le onde, così almeno in apparenza. E invece il destino porta la bottiglia su una spiaggia dove viene ritrovata da Theresa, una giornalista in vacanza reduce da un fallimento matrimoniale e ora dedita al lavoro ed al figlio.
E proprio il ritrovamento della bottiglia è l'episodio con cui si apre la storia narrata in questa pellicola.
La donna porta la lettera al Chicago Tribune, dove lavora, e questa suscita non solo commozione in chi la legge ma anche l'interesse della redazione, al punto che la stessa Theresa decide di fare delle ricerche.
Riesce così ad individuare l'autore di quelle parole così intense e inevitabilmente nascerà una relazione sui cui però peseranno sia l'ombra della scomparsa Catherine che il carattere introverso e scontroso di Garrett.
Il quale solamente dopo alcuni momenti di forte contrasto, tra cui la delusione per la scoperta che l'interesse della donna è scaturito dal ritrovamento della sua lettera, si renderà conto del sentimento di Theresa e della possibilità di rinascita che questa storia potrebbe rappresentare per lui.

 

Se la base di partenza è rappresentata da una storia d'amore non originalissima, Le parole che non ti ho detto si rivela però a una visone più attenta una pellicola assolutamente riuscita.

Merito della narrazione che scorre fluida, mantenendo l'equilibrio fra l'elemento fortemente romantico dell'episodio che innesca la vicenda ed il racconto delle difficoltà reali che non possono non esistere in una relazione tra due personalità così diverse come quelle di Theresa e di Garrett.
E merito soprattutto della bontà del cast: Kevin Costner è calato perfettamente nei panni del rude carpentiere, una maschera di scontrosità eretta a difesa dei propri sentimenti, mentre Robin Wright Penn presta la sua angelica figura a Theresa.

E su tutti si erge come un monumento la straordinaria prova di Paul Newman nel ruolo di Dodge, il padre brontolone che sotto l'aspetto burbero nasconde una rara sensibilità, quella che lo porta a comprendere che l'amore di Theresa può rappresentare l'unica speranza per quel suo figlio perso in un labirinto di rimpianti e di amarezza da cui rischia di non uscire.
E merito anche di una storia che rifugge da un finale facilmente consolatorio per lasciare intatto un interrogativo sulla complessità di quel complesso di sentimenti sfuggenti e indefinibili che troppo spesso, con un po' di facilità, liquidiamo con il termine amore.

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