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Chechnya

Regia di Jordan Goldnadel vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Chechnya

di alan smithee
7 stelle

ZE FESTIVAL 2019 - NICE

In molti paesi del mondo l'omosessualità è purtroppo considerata ancora un reato, e, come tale, punito con provvedimenti degni di un crimine efferato di prima gravità.

La situazione in Cecenia è, se possibile, ancora peggiore rispetto a queste già tragiche circostanze: le persone tacciate di omosessualità non vengono solo incriminate penalmente, ma spariscono nella loro identità ufficiale, ovvero vengono letteralmente cancellate, una volta che ci si è sbarazzati di loro nel modo più turpe e crudele.

Nel drammatico e sconcertante cortometraggio di Jordan Goldnadel, incentrato proprio sul massacro della comunità omosessuale cecena, la vicenda prende in considerazione il drammatico epilogo a cui è destinato un ragazzo del ceto borghese, figlio del titolare di un rinomato ristorante e lui stesso gestore del locale che, scoperto a condividere una relazione sentimentale ed amorosa con un giovane dipendente, viene catturato, portato a forza in un carcere di massima sicurezza, torturato fino ad estorcergli la conferma di quanto già rivelato dal giovane amante, pure lui sottoposto ad indicibili atroci sofferenze.

Liberato e consegnato visibilmente martoriato alla famiglia, verrà "sistemato" direttamente dai propri inflessibili e composti consanguinei, in un finale agghiacciante e stordente oltre ogni limite.

Attraverso lo shock di un simile calvario, Goldnadel - che si giostra abilmente nel suo racconto veloce tra il lusso della società che ha raggiunto la sicurezza economica per vivere in tranquillità dei meritati successi professionali, e l'incubo del ghetto riservato ai condannati ad una fine miserabile, crudele e velocemente senza scampo - riesce con impeto ed energia a lanciare un grido di denuncia straziante a favore di una deprecabile e sconvolgente prassi con cui l'autorità cecena, sul triste modello di comportamento intransigente russo di stampo putiniano, di fatto rinnega un diritto ad un orientamento che fa parte dell'esistere da essere vivente sul pianeta e che, come tale, non può che essere annesso di diritto tra i diritti umani di base, come tali inalienabili ed irrinunciabili.

 

 

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